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10 motivi per amare Non ho mai

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Sta conquistando sempre più seguito, guadagnando finalmente il successo che merita: Non ho mai è il prodotto original netflix che sta tanto facendo parlare di sé e che è riuscito ad attrarre l’attenzione del pubblico grazie alla sua originalità e profondità.

Un teen drama che può essere gustato anche dai più grandi, uno show leggero ma anche delicato, che tratta temi importanti con spensieratezza e delicatezza. La serie perfetta per chi vuole concedersi una pausa veloce tra i mille impegni quotidiani, ma anche un prodotto che non deve essere classificato come una semplice comedy incapace di lasciarci qualcosa dentro.

Perché Non ho mai di spunti di riflessione ce ne lascia davvero tanti, rivelandosi uno show capace di far ridere ma anche piangere, un prodotto completo ed entusiasmante che merita tutta la nostra attenzione e il nostro amore. E se ancora vi state domandando perchè lo amiamo così tanto, eccovi 10 validissime ragioni che spingeranno anche voi ad amare questa fantastica serie.

1) Le favolose voci narranti di Non ho mai

non ho mai

Chi si sarebbe mai aspettato che a narrare le esilaranti avventure di un’adolescente esplosiva potesse essere chiamato addirittura un tennista di fama mondiale? Nessuno probabilmente. Eppure gli autori di Non ho mai hanno pensato di sorprendere i suoi fan fin dal primo secondo della serie, inserendo un tocco di originalità perfino nell’uso di una tecnica tanto abusata quanto amata come quella del narratore onnisciente.

Sarà seguendo la voce di John McEnroe che lo spettatore verrà condotto dentro la vita e le peripezie della giovane Devi, scoprendo tutti i dettagli sul conto della protagonista e godendo del privilegio di un punto di vista terzo e spesso comico fornito proprio da colui che è il narratore e uno dei principali protagonisti dello show.

L’utilizzo della rude e sarcastica voce di McEnroe si dimostra una scelta vincente, riuscendo subito a farci affezionare a questa storia originalmente raccontata e fornendoci un primo motivo per amare la serie.

Ma se la presenza di McEnroe non dovesse sembrarvi sufficiente per iniziare questa serie, ecco che Non ho mai ci sorprende con altri due inaspettati narratori, utilizzati questa volta per accompagnare due episodi interamente focalizzati su altri due importanti protagonisti della serie: Ben e Paxton.

A raccontare le avventure del primo sarà il favoloso attore Andy Samberg, mentre l’oneroso compito di farci entrare tra i pensieri più profondi del popolare Paxton spetterà all’attivista e modella Gigi Hadid.

2) La complessità dei personaggi

Non ho mai...

Frizzanti, energici, complessi e sfaccettati: i protagonisti di Non ho mai sono tutti approfonditi con accuratezza di dettagli, delle figure a tutto tondo in grado di arricchire la storia e di farsi amare nella loro realistica umanità.

Non esistono in questa serie personaggi brutti: tutti i soggetti presentati nelle puntate hanno una loro identità, un complesso di pregi e difetti e un background che li rende umani, normali e simili a noi.

C’è il popolare e affascinante nuotatore, che si rivela pian piano essere molto di più dello stereotipo del bello che non balla, un ragazzo premuroso e talvolta insicuro, che cerca a tutti i costi di migliorarsi e di maturare. C’è la perfetta cugina di Devi, la bella indiana che sembra essere la figlia, fidanzata e donna dei sogni e che tanto scatena la gelosia della protagonista, ma che è in realtà un personaggio anch’esso tormentato da diverse insicurezze e contraddizioni, che deve scendere ogni giorno a compromessi con delle aspettative che condizionano la sua libertà di scelta.

E c’è il brillante e arrogante nemico/amico di Devi, il ragazzo privilegiato che ha sempre avuto soldi e ricchezze, ma che nasconde il dolore di una famiglia assente e poco affettuosa. La stessa Devi è un personaggio complesso e iconico. Un protagonista imperfetto, che talvolta si fa odiare con il suo esasperato egoismo, ma che non può che farsi amare proprio per quella stessa realistica incoerenza e imperfezione che caratterizza ogni adolescente e più in generale ogni uomo.

Sono solo alcuni degli esempi dei migliori personaggi di Non ho mai, i veri punti di forza di uno show che è davvero impossibile non amare.

3) L’originalità di Non ho mai

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L’adolescenza, le prime esperienze, il desiderio di indipendenza e la tragedia di essere un liceale: tutti questi temi sono stati trattati in lungo e in largo dalle miriadi di serie teen che popolano i cataloghi delle piattaforme. E, all’apparenza, Non ho mai non aggiunge nulla di diverso rispetto a quelle serie.

Ma se uguali sono i temi, Non ho mai si distingue da tutti i prodotti del suo genere per l’originalità con cui racconta la sua storia, riuscendo proprio nel modo in cui gestisce la narrazione a diventare un prodotto unico e nuovo, degno della nostra attenzione.

La scrittura è brillante, intelligente e innovativa, i personaggi sono ben caratterizzati, tanto da apparire reali, le storie amorose non sono dei semplici contentini per i fan, ma vengono sapientemente usate per indagare ancora più a fondo dentro le complessità dell’adolescenza.

Il fulcro della storia, rivelato solo pian piano, è emozionante e sensibile, tocca temi per tanti versi già visti, ma che vengono qui trattati con una delicatezza e una complessità tutta nuova, originale.

Quello che all’apparenza può sembrare un prodotto che ha poco da dirci, si rivela in realtà un concentrato di originalità e sorprese, che si fa amare proprio per la sua unicità.

4) … e la sua sorprendente profondità

Ma oltre a essere originale, Non ho mai sorprende anche per la sua emozionante profondità. Non solo temi adolescenziali, ma anche argomenti più complessi e delicati come il tema del lutto, il conflitto generazionale, l’integrazione culturale, l’omosessualità e le insidie familiari, vengono portati alla luce e posti al centro delle puntate.

L’ansia, il dolore, la fragilità genitoriale, l’importanza della psicoterapia, vengono introdotti nella narrazione con naturalezza, trattati con la spensieratezza che contraddistingue lo show, ma senza essere mai relegati ad argomenti banali o stereotipati.

La famiglia, demolita dalla tragicità di un lutto e ricomposta dall’inesorabile forza dell’amore, diviene il fulcro della narrazione, creando un prodotto sano e positivo, capace di lanciare messaggi importanti senza mai apparire moralista e scontato.

5) La freschezza dei dialoghi

I dialoghi della serie sono un altro dei punti di forza del prodotto netflix, che si lascia guardare anche grazie alla freschezza con cui le battute vengono costruite.

Il lavoro degli scrittori è impeccabile, riesce a donare una personalità forte a ognuno dei personaggi. Ogni protagonista ha il suo modo di parlare, delle caratteristiche e dei termini che lo rendono diverso da ogni altro, che lo fanno diventare reale.

Le battute sono veloci e incalzanti, donano ritmo alla narrazione e la arricchiscono di contenuti. I confronti tra i personaggi non rappresentano solo degli intermezzi necessari per riempire lo spazio della narrazione, ma sono parte integrante di essa, elementi indispensabili in uno show che non punta sull’azione o sui colpi di scena, ma che si basa interamente sulle sue battute, sulla potenza della parola e sulla freschezza dei dialoghi, indispensabili per il procedere della storia.

6) La comicità di Non ho mai

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Divertente, in un modo mai banale o stereotipato, Non ho mai è un prodotto che non vuole solo far commuovere, ma punta anche a divertire, in cui la risata viene usata come mezzo per trasmettere dei messaggi, per parlare allo spettatore.

La comicità di Non ho mai si ama proprio perchè non è forzata. Le scene non hanno l’obiettivo di far ridere a ogni costo, non vengono messe in atto peripezie e travestimenti, momenti trash e rocamboleschi per strappare una risata al telespettatore.

A divertire non è altro che la naturale simpatia dei personaggi, la loro coerente goffaggine, la capacità di incastrarsi da soli in situazioni imbarazzanti e ironiche. La comicità di Non ho mai è spontanea e realistica, mette in scena la pura e genuina ironia umana, quella che vive con sorriso le situazioni più imbarazzanti, che sa sdrammatizzare i momenti più seri e donare spensieratezza anche nelle occasioni più dure.

7) Le minoranze diventano protagonisti della storia

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A rendere ancora più unica la storia raccontata in Non ho mai, è anche la scelta di porre al centro della narrazione il racconto di una famiglia appartenente a una cultura lontana dalla maggior parte di noi.

Devi è un’adolescente americana, ma è anche una ragazza indiana che deve imparare a convivere con la dualità delle sue radici. E questa dualità Non ho mai ce la racconta senza mai cadere in stereotipi e macchiette, senza ridicolizzare o snaturare, ma soprattutto senza mai dimenticare che Devi è prima di tutto un’adolescente come tutti gli altri.

La sua appartenenza culturale diventa uno degli aspetti del suo personaggio, ma non l’unico, a sottolineare la naturalezza con cui questa serie inserisce il tema della diversità etnica, senza forzarlo, senza creare dei personaggi che diventino delle caricature di sé stessi e della loro cultura.

8) La rappresentazione dell’adolescenza

In quanto teen drama, Non ho mai non può che avere al suo centro il racconto dell’adolescenza e delle sue problematiche. E come abbiamo detto la serie affronta ampiamente il tema, seppur in maniera originale e innovativa.

Ma innovativa è anche la scelta di porre l’attenzione non solo sugli aspetti più trattati dell’adolescenza, ma di analizzare questa peculiare e significativa età in tutte le sue complesse sfaccettature.

Devi e i suoi amici non sono solo frivoli ragazzini interessati all’amore e alla popolarità. Sono tutto questo, come è giusto alla loro età, ma sono anche molto altro. Sono esseri umani pieni di fragilità e paure che lottano ogni giorno nella ricerca di un’identità ancora non perfettamente formata, sono giovani ragazzi pieni di dolori e tormenti che nuotano con coraggio per sopravvivere alle insidie del mondo.

Sono reali, sono simili a noi e ci permettono di immergerci nella realtà dell’adolescenza, senza modificarla, senza nasconderne i dettagli più scottanti né quelli più frivoli: tutti gli aspetti di questa fase della crescita sono portati sullo schermo e analizzati con astuzia.

9) La rivisitazione del concetto di nerd

A lungo presi in giro, stereotipati e raccontati come figure poco cool, con i loro enormi occhiali e la schiena sempre curva sui libri, i nerd acquistano in questo show una nuova rappresentazione, finalmente in grado di rendere onore alla loro figura.

Non ho mai ci mostra come anche la cultura, l’ambizione e la voglia di sapere possano essere popolari, ci rappresenta degli adolescenti che non hanno vergogna della loro intelligenza, ma che anzi trovano in essa il loro punto di forza.

Perché volersi realizzare, voler conoscere e amare la scuola non ci rende sfigati o impopolari, ma intelligenti e maturi, e Devi e i suoi amici ce lo dimostrano perfettamente. Ma è quando vediamo scendere in campo il popolare e atletico Paxton, finalmente pronto a dare il meglio di sé con lo studio, che comprendiamo pienamente come Non ho mai sia una serie intenzionata ad accantonare ogni tipo di preconcetto, pronta a proporci un modo nuovo di vivere l’adolescenza, riportando alla ribalta esempi costruttivi e modelli che troppo a lungo sono stati ingiustamente presi di mira dalla società.

10) La delicatezza nell’affrontare temi complessi

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Tassello per tassello, passo dopo passo, Non ho mai ci porta a immergersi dentro quello che è il vero fulcro della sua narrazione: l’analisi di temi complessi come l’elaborazione del lutto.

La storia di Devi e della sua famiglia, infatti, non è solo il racconto delle peripezie di un’adolescente ribelle, ma è anche il racconto di come una persona possa spezzarsi di fronte alla sconvolgente scoperta del dolore. Non Ho mai ci porta a immergerci con forza nella vita di una famiglia distrutta dal dolore della perdita del suo più grande pilastro, e lo fa riuscendo a commuoverci, ma senza mai abbatterci.

Perché ciò che caratterizza più di ogni altra cosa questa serie è la capacità di affrontare temi complessi con estrema delicatezza e con uno sguardo sempre positivo al futuro. Non ho mai non nasce con lo scopo di distruggerci, vuole piuttosto incoraggiarci, mostrandoci come anche di fronte alle sfide più difficili, l’amore e la positività possano rappresentare una via d’uscita e un punto di ripartenza, incoraggiandoci a trovare dentro di noi la forza necessaria per affrontare l’impossibile e decantandoci le meraviglie di un mondo che talvolta può essere spietato e crudele, ma che non smette mai di sorridere a coloro che sanno trovare la luce anche nelle tenebre più profonde.

Ed è per questo che amiamo così tanto questo prodotto, per la sua naturale capacità di lasciarci dentro qualcosa di profondo e reale, di farci vivere emozioni intense e contrastanti, capaci di risvegliare in noi i sentimenti più repressi e costringerci ad affrontare i demoni che affliggono la nostra quotidianità e a batterli con un rinnovato senso di fiducia per il futuro.

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