Di solito, prima di trovare una persona giusta per te bisogna attraversare un’estenuante trafila di appuntamenti, alcuni improbabili, alcuni comici, altri addirittura inquietanti! Qui vi racconterò alcune delle storie più assurde che mi sono capitate nei miei appuntamenti al buio con personaggi alquanto bizzarri. Talmente strani da sembrare usciti nientemeno che da una Serie Tv. E questa volta mi è sembrato di essere piombata di colpo in una puntata di New Girl.
“Dai, fidati che ti…”, “Sì, lo so, lo so, mi divertirò! Lo dite sempre: ‘fidati che ti divertirai’. Come mai non vi credo?” Ho sospirato, guardandomi afflitta allo specchio. Ormai avevo perso le speranze. Ogni volta le mie amiche mi propinavano questi improbabili appuntamenti al buio, che finivano regolarmente in un buco nell’acqua. Inutile dire che stavano perdendo di credibilità. “Ma sciocchina, devi fidarti di noi”, insistevano. “No, non mi fido più! Okay che l’altra volta è stato un appuntamento divertente, tutto sommato. Ma si trattava di una rarità. Io gente come il fisico o il duca non li voglio più, sia chiaro”. “Ma stavolta è diverso”, hanno attaccato a pigolare. Ed ecco che, come al solito, sono partite in quarta a tessere le lodi del cavaliere di quella sera.
Questa volta avevano giurato che si trattava di un bravo ragazzo. Così bravo e tranquillo che sembrava uscito da un episodio di New Girl.
“Un tipo stile coinquilino del loft, dunque? Insomma, un ragazzo alla Nick non mi pare il massimo dell’affidabilità, non trovate? Ecco, lo trovo un filino infantile per me”. “Ma no, questo qui è un poliziotto, nientemeno”, hanno interloquito le mie amiche. “Ah, tipo quello dell’altra volta. Vi ricordate Mr. Brooklyn Nine-Nine? Non era andata alla grande“. “Questo è diverso”, ha risposto una delle ragazze con decisione, avvicinandosi a me brandendo un pettine con aria minacciosa. E mentre cercava di riordinare il cespuglio che mi trovavo in testa, ha attaccato a dirmi che questo tale con cui sarei dovuta uscire, era un ragazzo davvero d’oro. A quanto pare, la nostra amica Marta lo aveva conosciuto perché lui voleva darle una mano con il trasloco. Lo aveva incrociato nell’ascensore del suo nuovo palazzo e lui si era immediatamente offerto di aiutarla a trasportare i mobili. “Mi sembra la tattica di approccio più vecchia del mondo”, ho commentato io. “È evidente che questo tizio abbia voluto fare colpo su di lei. Ma siccome Marta è fidanzata da quando è nata, ha pensato bene di rifilarlo a me. Ottimo”. E con quest’ultima affermazione sarcastica, ho chiuso cupamente la conversazione. Le mie amiche si sono guardate con aria smarrita. “Può darsi che sia cominciata così”, ha attaccato una di loro. “Ma quando ha visto una tua foto insieme a Marta è rimasto folgorato! Vuole conoscerti sul serio“. A quel punto la mia vanità ha ceduto. “Suppongo che potrei dargli una possibilità”, ho graziosamente concesso io.
Ed eccomi di nuovo lì, ad aspettare il mio cavaliere alla New Girl, tirata a lucido come solo le mie amiche riescono a sistemarmi. Ho lanciato un’occhiata al luogo dell’appuntamento: un bistrot carino e tranquillo, con una bella terrazza, piante rampicanti e lucine ovunque. Se non altro il tipo sembrava intendersi di locali. Poi ho alzato lo sguardo, giusto in tempo per vedere una figura che si avvicinava a me con fare deciso.
Eccolo lì, il bravo ragazzo alla New Girl.
Effettivamente, aveva proprio l’aria di un tipo tranquillo e alla mano. Cosa che mi ha confortata subito. Il ragazzo davanti a me era piuttosto alto (anche se tutti sembrano alti, in confronto a me), due grandi occhi scuri e un sorriso bianchissimo e cordiale. Due cose mi hanno lasciata perplessa: la prima, l’improbabile camicia con una stampa a pappagalli. La seconda, più importante, il fatto che avesse un gatto sottobraccio. Niente, uno normale non mi capiterà mai, è chiaro. Il ragazzo si è avvicinato a me con aria affabile, tenendo la mano. “Piacere, Winston. Winston Bishop”. “Molto piacere Winston”, ho risposto io, ricambiando la sua vigorosa stretta di mano. “Scusami se te lo chiedo così, de botto, ma ehm…Perché hai un gatto sottobraccio?”. Winston, per nulla impressionato, ha abbassato lo sguardo e ha accarezzato la testolina del gatto, sorridendo. “Ah, lui è Ferguson. Cerca di capirmi, oggi proprio non ne voleva sapere di restare da solo. Appena mi sono allontanato, ha cominciato a grattare sulla porta. Non avevo il cuore di lasciarlo”. Ho abbassato lo sguardo sul gatto. In effetti era un amore. Quel musino schiacciato e gli enormi occhi ambrati facevano una gran tenerezza. Ho sorriso e l’ho accarezzato a mia volta. “Posso capire. È davvero adorabile. Comunque, entriamo, dai! Ho una certa fame”, “Ah, mi hai anticipata!” Ha esclamato lui. E sempre con quel sorriso a trentadue denti, mi ha scortata all’interno del locale.
“Dunque, mi dicono che sei un poliziotto, giusto?”, ho domandato io, una volta al tavolo. “Ebbene sì”, ha dichiarato lui orgoglioso. “Ed è sempre stato il tuo sogno?”. “A dire la verità, no. Pensa che fino a poco tempo fa facevo il babysitter!”. “Davvero curioso. Non sono tanti gli uomini che lo fanno per lavoro. Però è interessante, sai? È bello incontrare un uomo a cui piacciono i bambini”. “Oh, io li adoro”, ha risposto lui, mentre depositava Ferguson a terra. Winston, davanti alla mia faccia leggermente allibita, ha preso il piattino del pane e lo ha messo sul pavimento. Poi si è frugato in tasca e ha estratto una confezione di cibo per gatti, che ha rovesciato nel piattino. Ferguson ha miagolato soddisfatto, leccandosi i baffi con la linguetta rosa. Certo, il gatto era davvero adorabile, ma non è una scena consueta da vedere al ristorante, no?
Dopo questa scenetta, mi sono alzata un momento per andare in bagno e, quando sono tornata al tavolo, c’era Winston che ridacchiava sotto i baffi. Mi sono guardata intorno con aria circospetta. “Tutto bene?”, ho domandato. “Assolutamente sì”, ha risposto lui, facendomi l’occhiolino.
C’era poco da fare: anche Mr. New Girl era parecchio strambo.
Però devo ammettere che era una compagnia piacevole. “Allora, come ti trovi a lavorare da poliziotto? C’è qualche collega simpatico al distretto?” ho chiesto io, giusto per fare conversazione. Non l’avessi mai fatto. Winston si è improvvisamente rabbuiato. “Sì, ci sono colleghi simpatici. Molto”. E ha sospirato. “Winston, tutto bene? Ho detto qualcosa che non va?”. “No, assolutamente. È solo che…Lascia stare. Non mi sembra il caso”. “Ma figurati, dimmi!”, l’ho incalzato io. A quel punto ero davvero curiosa. Lui mi ha guardata con i suoi occhioni e ha attaccato: “C’è la mia partner, al distretto, che mi piace da impazzire. Ma lei è fidanzata. Ho fatto un casino, perché quando mi sono accorto di avere una cotta per lei ho fatto domanda per cambiare compagno e lei si è offesa a morte. Abbiamo chiarito ora, ma non riesco a levarmela dalla testa”. Avrei dovuto sentirmi offesa, dato che il ragazzo era a un appuntamento con me. Ma non ho potuto fare a meno di provare parecchia tenerezza.
“Winston, mi dispiace. Ma non combinerai nulla, sospirando così per lei. Quando lei ti ha chiesto spiegazioni, perché non le hai detto semplicemente la verità?“. “Non me la sono sentita! Non volevo interferire”. “Sei davvero un bravo ragazzo, lo sai?”. “Mi dispiace, però. Voglio dire, non è nulla di personale con te. Sei una bella ragazza, mi sembri interessante e simpatica, ma…”, “Non ti devi giustificare, al cuore non si comanda! Comunque, passiamo una bella serata insieme, dai! Beviamoci su”. “No, ferma!!”, ha sbraitato lui, sghignazzando. Io sono rimasta con la bottiglia a mezz’aria, in procinto di versarmi il vino nel bicchiere. “Che succede?”. “No, è che ho salato il vino!”, ha detto lui, ridendo così tanto che a momenti si strozzava. “Hai salato il vino???? Ma perché?”. “Non è ovvio? È uno scherzo! Sei stata Winstonata!”.
Era ufficiale: ero davvero capitata in una puntata di New Girl. Ma ero troppo allucinata per poter parlare. Mi sono ripresa e ho poggiato il vino sulla tavola. Effettivamente, vedevo dei granelli bianchi piuttosto equivoci che galleggiavano in superficie. Ho sospirato con aria malinconica. Uno dei miei vini preferiti, buttato così. Di certo Winston aveva un bizzarro senso dell’umorismo. “Scusami”, ha detto lui, asciugandosi gli occhi. Evidentemente si stava divertendo un mondo. “È uno scherzo che mi ha insegnato Rhonda, mia moglie“. “Tua MOGLIE?!?”. “Non te l’ho detto? Sono sposato, ma solo per scherzo“. “Okay, questa me la devi spiegare”.
Ed ecco che Winston ha attaccato a raccontarmi una storia che sì, era davvero degna di New Girl. A quanto pare per dimenticare la sua partner, Aly, aveva cominciato a uscire a destra e a manca. Fino a che non aveva incontrato questa Rhonda, una militare, con la quale condivideva la passione per gli scherzi. Scherzi deliranti e totalmente privi di senso, aggiungerei. Comunque, una cosa tira l’altra ed è finita che avevano convolato a nozze per scherzo. Il punto è che avrebbero dovuto annullare il tutto il giorno successivo, ma poi lei è partita in missione e quindi erano ancora sposati.
“Winston, questa è la storia più delirante che abbia mai sentito”.
Non potevo aggiungere altro, in effetti. Dovevo ammettere che mi stavo divertendo, ma mai avrei potuto pensare a Winston come un possibile fidanzato. Mi avrebbe fatto uscire pazza. Quindi, tutto sommato, non c’ero rimasta male per quel suo velato rifiuto. “Lo so che è un racconto assurdo, ma io mi sono divertito un mondo!”. “Ma non sei arrabbiato con Rhonda?”, ho domandato io, sempre più perplessa. In fin dei conti, si era trovato sposato dalla notte al giorno, senza possibilità di tornare indietro. “Assolutamente no! La ammiro e basta. Quella donna è la regina degli scherzi”. “Contento tu…Ma come farai con Aly?”. “Aly ha il ragazzo, c’è ben poco da fare”, ha risposto lui con aria mesta. Vedere quegli occhioni diventare improvvisamente tristi mi ha spezzato il cuore. “Sai che ti dico?”, l’ho incoraggiato io, “non arrenderti. Se pensi che sia la donna della tua vita, il destino prima o poi vi unirà, non trovi? Lei mi sembra una ragazza sveglia, da come ne parli. Vedrà che capirà che ragazzo d’oro tu sia!”.
Le mie parole lo avevano rinfrancato, a quanto pare. Winston si è aperto di nuovo in un enorme sorriso. “Ti ringrazio, sei un vero tesoro. Sai cosa potrei fare? Magari c’è qualche mio amico che ti posso presentare“. “Winston, apprezzo l’offerta, ma ho già le mie procacciatrici di ragazzi e ti assicuro che sono piuttosto insistenti. E poi di drammi alla New Girl credo che ne avrò abbastanza per un bel pezzo“.
A quelle parole, Winston ha annuito con aria grave. “Capisco. Allora posso solo dirti che è stato un vero piacere conoscerti”. “Anche per me”, ho risposto io. Ed ero sincera. Ci siamo stretti la mano con solennità. Poi lui, impassibile, si è alzato. “Arrivo subito”, ha detto, sorridendo furbescamente. Che tipo strano, questo Mr. New Girl. Ho pensato per quella che forse era la ventesima volta nel corso della serata. Ero talmente persa nei miei pensieri che non mi sono resa conto del cameriere che si è materializzato di fianco a me, allungandomi il conto. Ho alzato la testa e…AAAAAHHHHH!! Che mi venisse un colpo! L’uomo indossava una gigantesca maschera con la mia faccia stampata. “Ma che diavolo…” ho ansimato, senza fiato. Ed ecco che il cameriere ha sollevato la maschera, sghignazzando. Era Winston! “Anche questo è uno scherzo che mi ha insegnato Rhonda. Volevo salutarti degnamente e ringraziarti per quello che mi hai detto. Sai che ti dico? Credo che Aly la sposerò“. E così dicendo, si è allontanato ridacchiando, con in braccio Ferguson che faceva le fusa. Fantastico, mi aveva lasciato tutto il conto da pagare, a quanto pare. Ho preso mestamente in mano la busta del conto. E dentro c’erano un sacco di soldi, più del necessario per pagare la cena. Insieme alle banconote, un biglietto: ecco i soldi per pagare. Sei stata Winstonata! “Ma perché lasciarmi così tanti soldi?”, ho sbraitato io al nulla. “Ma che razza di scherzo è questo?!?”.