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Nick Miller è un adorabile scansafatiche

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Alzi la mano chi guardando New Girl non si è innamorata almeno un po’ di Nick Miller.

Le più oneste tra noi ammetteranno senza problemi il debole per lo scorbutico pasticcione del loft di L.A., quello in cui abbiamo conosciuto gli amici di New Girl, ma le più attente non potranno non chiedersi: per quale motivo ci siamo prese una cotta per lui?

Per quanto sia possibile restare indifferenti all’autore del famigerato Le Cronache di Pepperwood dobbiamo ammettere che gli autori della serie con protagonista Zooey Deschanel ci hanno dato più motivi per compatire il ragazzone di Chicago piuttosto che adorarlo. Perché sì, tra le prime “qualità” che possiamo attribuire a Nick Miller ci sono la pigrizia suggerita dal titolo, l’irascibilità, la contraddizione e l’inconcludenza. Tutte “doti” che ci farebbero scartare qualsiasi pretendente nella vita reale.

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Eppure tante di noi capitolerebbero alla fine se si trovassero a dividere il loft con il personaggio interpretato da Jake Johnson.

Come mai dunque?

Semplice in realtà, perché nonostante le pecche caratteriali sopracitate Nick Miller è anche e soprattutto altro. Sempre come suggerisce il titolo di questo articolo dobbiamo ammettere che Nick, con tutte le sue mille nevrosi, è semplicemente adorabile.

Chi davanti alla impacciata tenerezza che ha dimostrato alla frizzante Jess in più di un’occasione non avrebbe soprasseduto alle continue cretinate combinate dall’inventore del Bro Juice? E chi, anche tra i maschietti presenti, non firmerebbe per avere al suo fianco un amico come Nick Miller? Uno sempre pronto a fare baldoria ma anche ostinatamente presente durante le crisi personali che chi gli sta a cuore sta attraversando?

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Uno capace di fingersi Michael Keaton per mail pur di non sgretolare le sicurezze infantili che lo sclerotico Schmidt si è costruito nel passaggio adolescenziale da bruco a farfalla, ma anche uno che non si tiene per sé le critiche che a volte tra amici è necessario farsi per arrivare alla svolta di uno stallo.

Sicuramente il meno completo ed “evoluto” dei coinquilini del 4B, quello visto perennemente come un ragazzino trasandato da dover seguire e redarguire per i continui scivoloni fatti, quello a cui bisogna indicare la strada giusta e a cui spesso bisogna fare la ramanzina.

Quello a cui gli amici devono infilare soldi nei pantaloni di nascosto per assicurarsi che abbia contanti, quello a cui pagano le tasse arretrate contro la sua volontà, a cui viene regalata tutti gli anni una crema per la cura dei piedi trasandati e a cui bisogna ricordare di controllare l’anno di nascita delle sue numerose conquiste per non rischiare di portarsi a casa una ex studente della professoressa Day.

Eppure, nonostante questo curriculum terribile, è spesso e volentieri lui quello che riesce a fare aprire gli occhi agli amici e a darci delle lezioni profonde.

Molto spesso infatti è lui a far smettere i suoi compagni di merende di arrovellarsi sui propri drammi personali e a darsi una mossa. A tenere sotto controllo le nevrosi di Schmidt, a far sentire compreso il dolce Winston e a infondere la giusta grinta nella fiabesca Jess.
Anche solo per costringerla a riprendersi la tv!

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Il tutto sempre e comunque con l’irriducibile modo da svogliato polemico che fatica a togliersi anche nell’ultima stagione, quella che lo vede finalmente realizzato come scrittore con accanto la donna più giusta e stralunata in cui potesse inciampare.

La donna che, da vero pigro, ha avuto bisogno di sette stagioni per capire che amava da sempre.

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