Ebbene sì: A Man on the Inside è tratta da una storia vera.
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È una delle serie tv del momento: A Man on the Inside, sbarcata pochi giorni fa su Netflix, ha conquistato da subito numeri molto importanti. Numeri che l’hanno portata a un debutto molto convincente, al punto da aver alimentato fortemente le speranze per un rinnovo. Merito di Mike Schur, uno dei migliori autori comici dell’ultimo ventennio, e dell’ennesima performance memorabile di Ted Danson. Merito anche di un cast vincente e di una storia piuttosto particolare che ha fatto presa da subito sul pubblico, combinando sapientemente la componente comedy con quella drama.
Quello che molti non sanno, tuttavia, è che A Man on the Inside sia tratta da una storia vera.
Una storia sviluppata in un documentario cileno del 2020 intitolato The Mole Agent, candidato agli Oscar del 2021 nella categoria destinata al Miglior Documentario.
Attraverso The Mole Agent, avevamo conosciuto Sergio Chamy, un uomo di 83 anni che ebbe l’incarico di infiltrarsi in una casa di riposo per indagare su alcuni presunti maltrattamenti. Secondo quanto emerso, quei maltrattamenti non erano reali. Sergio Chamy, improvvisatosi detective, conquistò tutti con empatia e fascino. Un po’ come ha fatto il protagonista di A Man on the Inside, Charles Nieuwendyk. Con una differenza fondamentale: l’adattamento della serie ha trasformato i presunti maltrattamenti in presunti furti di oggetti preziosi.
Il risultato, in ogni caso, è notevole.
In una fase storica in cui le comedy stanno faticando oltremisura e sembrano aver bisogno di nuovi riferimenti per rinverdire un genere fondamentale, A Man on the Inside ha il merito innegabile di mostrare che una serie ben scritta, se ideata e sviluppata da un grande autore e messa in scena da grandi attori, abbiamo ancora la forza di conquistare il pubblico. Un monito per tutti gli autori di comedy, insomma. Mike Schur è Mike Schur, ma A Man on the Inside deve rappresentare un esempio per l’intero movimento.
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