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Adam Driver rompe il silenzio sulle critiche per aver interpretato due italiani: «Chi se ne frega?»

Adam Driver
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Ferrari, il biopic dedicato ad Enzo Ferrari con Adam Driver, è finalmente arrivato nei cinema italiani.

Il nuovo thriller di Michael Mann ha fatto molto discutere l’opinione pubblica nei mesi scorsi e le polemiche sembrano non essersi ancora arrestate. Tutto è cominciato alla Mostra del Cinema di Venezia dove Pierfrancesco Favino si è scagliato contro la scelta di raccontare una storia che fa parte della cultura del nostro Paese, servendosi di un cast composto da attori non italiani. Il fatto che fosse Adam Driver a interpretare l’imprenditore Enzo Ferrari, secondo lui, rappresentava un problema di appropriazione culturale. Procedendo in questo modo, come ha spiegato Pierfrancesco Favino, inoltre si impediva agli attori nostrani di farsi conoscere da un pubblico più ampio e internazionale. Queste dichiarazioni hanno sollevato un polverone e la polemica si è pian piano allargata: il team di Ferrari ha difeso il film, mentre altri (tra cui Mads Mikkelsen) hanno sostenuto le ragioni di Pierfrancesco Favino e hanno criticato anche la rappresentazione stereotipata degli italiani in tv.

Per la prima volta Adam Driver ha rotto il silenzio e ha affrontato le critiche, che ha ricevuto per aver recitato in Ferrari e in House of Gucci.

L’attore ha partecipato alla nuova puntata di Smartless, il podcast condotto da Will Arnett, Jason Bateman e Sean Hayes, che è stata caricata lo scorso 25 dicembre. In questa occasione ha parlato delle scelte che ha preso durante la sua carriera e di come ritenga di non essere stato abbastanza giudizioso nella scelta dei ruoli. Proprio la sua visione poco strategica lo ha portato a interpretare prima Maurizio Gucci e poi Enzo Ferrari, facendo infuriare i suoi colleghi italiani. Adam Driver si è difeso dalle critiche, dicendo di non avere nessuna strana fissa per l’Italia, ma che a spingerlo verso questi progetti è stato il desiderio di lavorare con due grandi registi come Ridley Scott e Michael Mann. Ecco cosa ha spiegato:

Così tante persone si sono chieste: ‘Quanti italiani interpreta…?’ Penso che in un certo senso sia andata così. […] Ma io penso, sai, che si tratti di Ridley e di Michael e nella mia mente sono alcuni dei migliori registi. Chi se ne frega che fossero due personaggi italiani uno dopo l’altro?Sono sorpreso di quanto è emerso. Mi dicono: ‘Hai una fissa’, e io rispondo: ‘Sono due! Sono due italiani! Sono solo due’. Sembra un’idea difficile da far comprendere. Del tipo: ‘Che problema ha l’Italia?’. Voglio dire, ha meno a che fare con l’Italia, anche se mi piace. Riguarda più Ridley Scott e Michael Mann e i progetti stessi. L’Italia non è la prima cosa che ho in mente”.

Adam Driver ha chiarito che la scelta di interpretare in un tempo così ravvicinato due imprenditori italiani è stata totalmente casuale. Scherzando ha assicurato di non avere alcuno fetish per l’Italia e ha giurato di non aver pregato il suo agente di trovargli solo ruoli di questo tipo. Ad ogni modo ora grazie al polverone, che si è sollevato per Ferrari, ha deciso che ha definitivamente chiuso con i personaggi italiani. Ha concluso sostenendo che potrebbe scegliere di cambiare idea, se gli venisse offerto il ruolo di un altro grande personaggio del nostro Paese: “Ho sentito parlare di un film con un altro grande ruolo italiano, Gaspare Campari, non è finita per me!”