Attenzione: seguono spoiler per chi non ha ancora visto la miniserie.
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Adolescence finisce al centro del dibattito anche all’interno del Parlamento britannico. E a parlarne è lo stato lo stesso Primo Ministro, Keir Starmer.
Avevamo evocato lo scenario pochi giorni fa: Adolescence potrebbe essere davvero la miniserie dell’anno. Presto per dirlo, visto che siamo ancora a marzo, ma la prima settimana della miniserie Netflix è stata veramente impressionante. Numeri notevoli nei quattro giorni iniziali di trasmissione, e un impatto globale che sta coinvolgendo la critica e il pubblico in egual misura. Non è un caso, allora, che la miniserie sia finita addirittura all’interno del Parlamento britannico. E a parlarne è stato il Primo Ministro in persona, Keir Starmer.
Perché? Perché Adolescence porta a riflessioni approfondite su problematiche importanti.
Ecco le sue parole.
“A casa stiamo guardando Adolescence con i ragazzi, io ho un figlio di 16 anni e una figlia di 14 anni. È davvero bella. Tutta questa violenza che viene perpetrata da ragazzi influenzati da ciò che vedono online è ripugnante, è un problema reale, e noi dobbiamo contrastarlo. Stiamo mettendo su dei team di specialisti che possano gestire i casi di stupro e molestie sessuali in modo professionale, in ogni corpo delle forze dell’ordine, risponderanno alle chiamate al 999. Ma questo è anche un problema culturale“.
L’effetto globale che sta generando Adolescence ricorda da vicino quello che successe un anno fa con un’altra miniserie britannica di Netflix che aveva portato a dibattiti pubblici di capitale importanza: Baby Reindeer. Come sottolineammo all’interno di una notizia riportata nei mesi successivi, l’impatto straordinario della serie tv scritta e interpretata da Richard Gadd ha portato a un aumento esponenziale delle denunce delle vittime maschili di abusi. Nel caso di Adolescence, si parla di altri temi, ma è evidente: le serie tv, quando sono ben fatte, assumono una funzione sociale che stimola il dibattito pubblico e porta alla luce temi importanti. Tanto da poterli portare dritti in Parlamento grazie all’intervento del Primo Ministro. La tv è anche questo, e meno male.