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Ricorderete tutti la tragedia che, lo scorso 21 ottobre, colpì il set del film Rust con protagonista l’attore Alec Baldwin: durante le riprese di una scena sul set del nuovo progetto, di cui era anche produttore esecutivo, Baldwin accidentalmente sparò e colpì la direttrice della fotografia Halyna Hutchins, che rimase uccisa, col regista Joel Souza che rimase ferito. Nel corso delle settimane successive sono stati sollevati diversi fattori intorno all’incidente: dalla negligenza alla sicurezza, all’inesperienza dell’addetta alle armi, alle teorie del complotto, che hanno spinto a un’indagine più approfondita sulla questione da parte dell’FBI stessa. Nel corso di una intervista esclusiva rilasciata all’emittente ABC News, l’attore e produttore aveva affermato di non aver mai premuto il grilletto della pistola, dichiarando che qualcuno aveva scambiato i proiettili, inserendone uno vero al posto di quello finto.
Tuttavia, dopo tutti questi mesi, l’FBI sarebbe arrivata a una conclusione definitiva
Gli agenti del Federal Bureau of Investigation avrebbero smentito le dichiarazioni di Alec Baldwin fatte fino adesso.
Eseguendo infatti un test di scarica accidentale, gli investigatori hanno stabilito che il revolver F.lli Pietta calibro .45 Colt usato durante le riprese del film Rust “non poteva essere fatto sparare senza premere il grilletto”. Oltre al proiettile che ha ucciso la direttrice alla fotografia, gli investigatori hanno affermato che sul set sono stati trovati anche altri sette proiettili “sospetti”.
Allo stesso tempo, però, si dice anche che “i dati a disposizione non permettono di stabilire se la pistola fosse stata caricata intenzionalmente con veri proiettili” e che “resta confermata la natura accidentale dello sparo“.
Nel frattempo ci sono sviluppi anche dal fronte della famiglia di Halyna Hutchins: i parenti della direttrice alla fotografia ha difatti intentato una causa contro l’attore e produttore.
Lo scorso febbraio l’avvocato Brian Panish, che rappresenta gli Hutchins, ha dichiarato alla stampa:
“Ci sono molte persone colpevoli, ma il signor Baldwin era la persona che impugnava l’arma. Se non avesse sparato, non sarebbe morta. Alec Baldwin ha una parte significativa della responsabilità. Ma ce ne sono altre, ed è di questo che si tratterà questo caso: valutare l’equa ripartizione a chiunque sia responsabile dell’insensata tragedia“.
Randi McGinn, avvocato di Albuquerque che rappresenta anch’ella la famiglia, si era detta fiduciosa nel caso al processo ci fosse stata una giuria del New Mexico poiché sarebbe in grado di comprendere la complessità del caso. A quel punto l’attore potrebbe essere processato entro due anni:
“Siamo abituati alle persone che vengono da fuori città per interpretare i cowboy che non sanno usare le pistole. La giuria di Santa Fe è abituata a questo e sa che anche in un ranch, non si passa una pistola a qualcuno fino a quando non gli si è impartito un addestramento sulla sicurezza. Nessuno dovrebbe mai morire con una vera pistola su un set fittizio“.
A questo punto la palla passa agli inquirenti competenti per territorio. Saranno loro a decidere se formulare accuse contro Alec Baldwin o contro altri operatori responsabili del set.
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