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Alessandro Borghi si scaglia contro il Corriere della Sera: «Non ho mai detto una cosa del genere»

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Alessandro Borghi tornerà tra poco in tv nella seconda stagione di Diavoli, la serie tratta dal romanzo di Guido Maria Brera, al fianco del divo Patrick Dempsey. La seconda stagione della serie tv arriverà su Sky venerdì 22 aprile. Intanto, dopo aver partecipato alla conferenza stampa per presentare i nuovi episodi, si è verificato un evento alquanto spiacevole. Un giornale avrebbe riportato male le parole che Alessandro Borghi ha pronunciato durante le interviste a proposito del suo passato difficile. L’attore, che è ben noto per non avere peli sulla lingua, ha attaccato la testata rea di aver riportato male le sue dichiarazioni. L’attore già in passato si è scagliato contro Netflix per come tratta gli attori e ora ha deciso di non fare sconti nemmeno al Corriere della Sera.

Il giornale ha scritto un articolo sull’attore e nel titolo gli ha attribuito una dichiarazione molto forte.

Il titolo dell’articolo del Corriere della Sera recita infatti: “Gli amici da ragazzo? Drogati e rapinatori. Ho preso un’altra strada, oggi recito con Dempsey” Queste parole lasciano intendere che Alessandro Borghi abbia rinnegato il suo passato e abbia voluto giudicare i suoi coetanei che a differenza sua non hanno fatto le scelte giuste nella vita. Anche nel corpo dell’articolo, secondo l’attore, il giornalista ha continuato ad andare nella medesima direzione, estrapolando dal contesto le sue parole. Inoltre pare aver tagliato la sua dichiarazione, riportando soltanto le parole più dure che Borghi aveva pronunciato a proposito del contesto nel quale era cresciuto. Questa è stata la dichiarazione che ha fatto durante la conferenza stampa e che è stata riportata per intero da Fanpage.it:

“Io son cresciuto, sono di origini popolari e ne vado molto fiero, sono cresciuto in un contesto in cui l’essere umano che sarei voluto essere era molto lontano da quello che mi circondava e le scelte che ho dovuto fare sono state quelle, quando ero molto giovane, di far parte di quella roba lì, o guardarla da lontano pur essendone parte, ma mettendo l’obiettivo in un’altra direzione. Questo mi ha permesso di fare due cose, una è quella di vedere un’umanità enorme che ancora adesso è il segreto del mio lavoro e di come riesco ad approcciare al lavoro rispetto ad una mia idea, dal punto di vista emotivo, di racconto e al tipo di storie che mi piace di più raccontare. Dall’altra è stato quello di capire quello che non doveva essere fatto, per essere un essere umano quantomeno mediocre. Si fa una scelta perché c’è la politica del branco, quando hai 15 anni e gli amici tuoi si drogano tutti e fanno le rapine e tu decidi di non farle c’è una scelta dietro quella roba lì, quindi la scelta che è fai è quella che ti porta da un’altra parte, che è quella che mi ha portato a rispondere a questa domanda.”

Alessandro Borghi ieri ha scoperto che il Corriere della Sera aveva distorto le sue parole ed è intervenuto per smentire quanto era stato riportato. Lo ha fatto soprattutto per difendere la sua reputazione è credibilità, dato che nei suoi film ha raccontato spesso la storia dei ragazzi sfortunati che cadono nel circolo della droga. Ecco cosa ha detto nelle sue Instagram Stories:

“Buongiorno a tutti, sul Corriere della Sera esce un articolo intitolato “da ragazzo tutti i miei amici erano drogati e rapinatori, io invece so meglio so figo e adesso lavoro con Patrick Dempsey”. Non ho mai detto una cosa del genere, dalla mia bocca non potrebbe mai uscire una cosa del genere e chi mi conosce sa perfettamente perché. […] Ci tenevo a fare questa storia per evitare che molti di voi mi scrivessero ah ma come, tu fai i film con Stefano Cucchi, fai Non essere cattivo e fai sta roba, poi parli ah ma quello è drogato e quello così, ecco appunto, sta roba dalla mia bocca non potrebbe mai uscire.”

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