Alessandro Borghi si è deciso a “combattere gli algoritmi”, attraverso una nuova esperienza da produttore in tandem con Guido Maria Brera, autore de I Diavoli. Intervistato da Il Gazzettino poche settimane fa, nel corso del Festival del Cinema di Venezia, il talentuosissimo attore romano ha parlato, tra le altre cose, anche del suo rapporto col cinema e, soprattutto, con le serie tv. Un mondo, quest’ultimo, del quale è protagonista assoluto da anni, grazie alle sontuose interpretazioni di Aureliano Adami in Suburra e di Massimo Ruggero in Diavoli (insieme a Patrick Dempsey). Alessandro Borghi è un uomo chiaro, deciso e decisamente onesto e diretto in ogni sua dichiarazione pubblica, e anche stavolta è stato così. A proposito degli algoritmi che stanno indirizzando sempre più la fruizione e, di conseguenza, anche la produzione delle serie tv, l’attore sostiene che stiano rendendo le serie “tutte uguali”. E continua: “È la realtà delle piattaforme che ormai puntano sulla quantità e difficilmente creano eventi”. Alessandro Borghi parla anche di Netflix: “Ai tempi di Suburra, ci ha fatto sentire dei divi hollywoodiani, poi siamo diventati dei numeri”.
L’attore, più volte protagonista delle cronache nelle ultime settimane, sembrerebbe allora essere indirizzato verso un allontanamento dal mondo delle serie tv e un sicuro ritorno al cinema, “l’unico mezzo che garantisce la magia“. Ma anche in quel senso c’è tanto da fare, e Borghi ha manifestato l’intenzione di impegnarsi attivamente per far sì che non vengano più sottratti dei soldi alle sale e il cinema torni in “buona salute”. Insomma, il percorso di Alessandro Borghi nel futuro prossimo sembra essere ormai delineato, sarà coraggioso come sempre, probabilmente meno incentrato sulle serie tv e sicuramente improntato su un cammino creativo mai banale e d’alta qualità. Come è stato evidente, d’altronde, anche nell’ultima sua fatica, il film Mondocane (diretto da Alessandro Celli), al cinema dallo scorso 3 settembre.