Attenzione: l’articolo contiene degli SPOILER sul finale della prima stagione della miniserie American Primeval.
Il nuovo anno si è aperto per gli abbonati a Netflix con una nuova miniserie che racconta una dura storia di resilienza ambientata nel selvaggio western. I protagonisti di American Primeval sono una madre e un figlio in fuga dal loro passato che, in compagnia di un gruppo di improbabili alleati, affrontano un duro scenario di libertà e crudeltà nel West americano. La serie tv originale Netflix è stata accolta molto bene sia dal pubblico che dalla critica e sta pian piano scalando la classifica dei prodotti più guardati sulla piattaforma di streaming.
Come potete leggere nella nostra recensione, noi l’abbiamo adorata e l’abbiamo definita un vero e proprio colpaccio per Netflix. L’epilogo ha chiuso in maniera particolarmente tragica la storia, facendoci versare amare lacrime.
Il regista Peter Berg e l’attore Taylor Kitsch in un’intervista rilasciata per Netflix hanno spiegato perché hanno pensato che il finale di American Primeval fosse adatto alla loro storia.
Nell’ultima puntata perde la vita il personaggio di Isaac, interpretato da Taylor Kitsch, che si sacrifica per salvare Sara Rowell. La donna quindi nell’epilogo riesce a raggiungere la California, dove si mette in salvo insieme a suo figlio e a una ragazza indigena in fuga e inizia una nuova vita. L’attore nel corso di un’intervista rilasciata a Tudum di Netflix ha spiegato perché credeva che questo finale fosse perfetto per il suo personaggio:
Kitsch: “Isaac è un uomo irrimediabilmente distrutto fin dall’inizio. È raro incontrare persone i cui problemi e situazioni nella vita sono così tragici da farti pensare che una morte nobile sia forse il miglior risultato possibile. Isaac è in quella zona di strike. Isaac è un uomo in lutto. Sara mostra a Isaac che c’è ancora luce nell’oscurità . Lei rappresenta la speranza per lui, per quanto lui la combatta.“
Anche il regista di American Primeval, Peter Berg, è voluto intervenire sulla questione. In merito al rapporto tra Isaac e Sara Rowell ha spiegato:
“È triste. È un aspetto poco trattato del cinema. Non ho avuto problemi con la morte di Isaac, ma vedere Taylor morire e realizzare che è mio amico e che un giorno il mio amico morirà , è qualcosa a cui non avevo mai pensato. […] Sara alla fine di questa storia non avrebbe avuto bisogno della protezione dell’uomo che ha dovuto uccidere all’inizio della storia. Questo, per me, è il cuore di questa serie tv. Le sue capacità di sopravvivenza vengono messe alla prova in modi a cui una grande città non ti sottoporrebbe. A New York, potresti comprare una Coca-Cola. Se vogliamo raccontare la storia della misoginia, dobbiamo essere onesti su come fosse veramente. Era una persona che forse credeva alla bugia che il suo scopo più alto fosse quello di sedersi in un salotto e aspettare il marito giusto, perché quella era l’opzione che le veniva offerta. Era fondamentalmente un s*****a.
Poi ha aggiunto: “Ed è qui che entra in gioco Isaac. Non è in grado di manipolare, o costringere, o fare quello che vuole con Isaac come avrebbe potuto fare con altri in passato. Quelle erano le cose di cui Betty e io parlavamo. È quasi come se lui fosse l’incarnazione fisica di qualcosa che Sara ha sentito dentro per tutta la vita. Semplicemente non le è mai stato permesso di incarnarlo. Ho pensato di tracciare l’Isaac interiore che usciva allo scoperto. Sara ha sempre saputo di essere forte, ma ora ha una capacità in più per la sua forza. Ha capito: ‘Posso sopravvivere. Sarò responsabile di mio figlio e di questa ragazzina. E risolveremo questa m***a.'”