Quello interpretato da Sara Ramirez è senza dubbi il personaggio più spregiudicato di And Just Like That, revival della serie culto Sex and the City con protagonista Carrie Bradshaw (interpretata dalla magistrale Sarah Jessica Parker), la quale si ritrova al centro della narrazione anche, inevitabilmente, nella nuova serie firmata HBO Max.
L’estrema schiettezza, mista a una spiccata arroganza e ironia debordante, ha portato immediatamente il personaggio di Che Diaz (una podcaster inizialmente solo collega della protagonista Carrie, con la quale collabora nella conduzione di una trasmissione podcast sul sesso e, più in generale, sulle relazioni di coppia) a essere poco tollerata, e talvolta addirittura odiata, dal fandom della serie.
Essere inoltre la causa principale per cui Miranda lascia Steve e manda a rotoli la sua vita non ha certamente aiutato a ingraziarsi i fan. Ciò che colpisce maggiormente, però, non riguarda i giudizi emotivamente coinvolti dei seguaci di Sex and the City (e quindi di And Just Like That), bensì il parere della critica: tra i tanti giornali che hanno attaccato il personaggio, infatti c’è il Daily Beast che definisce Che Diaz addirittura “il peggior personaggio televisivo” in senso assoluto.
La risposta di Sara Ramirez, interprete del personaggio, a queste critiche non ha tardato ad arrivare. L’attrice ha inizialmente preso le distanze dal personaggio dal punto di vista umano, dopodiché ha sottolineato quanto sia importante abbandonare l’idea che un personaggio debba esistere apposta per essere approvato e rischiare di risultare finto:
Non mi riconosco in Che. Sono molto consapevole dell’odio che esiste online, ma devo proteggere la mia salute mentale e la mia abilità artistica. Questo è molto più importante per me perché sono un vero essere umano. Sono davvero orgoglioso della rappresentazione che abbiamo creato. Abbiamo costruito un personaggio che è un essere umano, che è imperfetto, che è complesso, che non è qui per essere apprezzato, che non è qui per l’approvazione di nessuno. È qui per essere se stesso.
Ha poi concluso, coinvolgendo una questione più ampia:
Non sono qui per rappresentare un’intera comunità . Sono qui per rappresentare un personaggio sfaccettato, tridimensionale ma pur sempre di fantasia. Punto.