L’articolo potrebbe contenere degli spoiler sulla serie tv Baby Reindeer. Non procedete nella lettura, se non l’avete ancora guardata.
Inaspettatamente grazie al passaparola una serie tv, che rischiava di passare inosservata nel ricco catalogo di Netflix, è diventata uno dei prodotti più guardati sulla piattaforma. Dopo che è arrivata su Netflix lo scorso 11 aprile, Baby Reindeer (leggi qui la nostra recensione della serie) ha già ottenuto 2,6 milioni di visualizzazioni. Questi numeri sono certamente destinati a crescere, così come l’apprezzamento del pubblico e della critica verso questo thriller (ecco di seguito la classifica delle 10 migliori miniserie thriller degli ultimi 5 anni). La serie tv, creata e interpretata da Richard Gadd, nasce dal desiderio di portare sullo schermo un’agghiacciante storia che l’uomo ha vissuto in prima persona.
La persecuzione, che subisce il protagonista in Baby Reindeer, è infatti ispirata a una vicenda che gli è accaduta realmente.
Nella miniserie thriller un comico in difficoltà si dimostra gentile verso una donna vulnerabile e le offre una tazza di tè. Questo semplice gesto scatena un’ossessione soffocante nella donna, che comincia a seguire dovunque il protagonista. In una lunga intervista rilasciata al The Guardian Richard Gadd ha svelato di essere stato vittima di una stalker e di essersi ispirato alla sua vita per ideare la serie.
Una donna, che lo chiamava “Baby Reindeer”, lo ha perseguitato per quattro anni.
All’inizio, Gadd e i suoi amici avevano sottovalutato la situazione, finché le cose non hanno iniziato ad amplificarsi. È stato molestato con 41.071 email, 350 ore di messaggi vocali, 744 tweet, 46 messaggi su Facebook e 106 pagine di e-mail. La donna gli ha anche inviato dei regali tra cui una renna giocattolo, sonniferi, un cappello di lana e dei boxer. Richard Gadd ha raccontato:
“All’inizio tutti al pub pensavano che fosse divertente che avessi un ammiratore. Poi ha iniziato a invadere la mia vita, seguendomi, presentandosi ai miei spettacoli, aspettando fuori casa, inviando migliaia di messaggi vocali ed e-mail.”
L’uomo ha ammesso di non aver gestito all’inizio la situazione nel migliore dei modi. Successivamente ha denunciato la sua stalker alla polizia e dopo una lunga attesa è riuscito a liberarsi di lei. Ha aggiunto: “Suppongo che la situazione, per così dire, dei miei rapporti con la persona che mi ha perseguitato sia certamente finita. Tuttavia le ramificazioni emotive continuano a vivere in me.” Ha deciso tuttavia di raccontare la sua esperienza in Baby Reindeer non solo per metabolizzare il suo trauma, ma anche per raccontare sullo schermo lo stalking senza cadere nei soliti cliché:
“Lo stalking in televisione tende ad essere molto eccitante. Ha una mistica. Si tratta di qualcuno in un vicolo buio. È qualcuno che è davvero sexy, che è molto normale, ma poi diventa strano un po’ alla volta. Ma lo stalking è una malattia mentale. Volevo davvero mostrare gli strati dello stalking con un’umanità che non avevo mai visto prima in televisione. È una storia di stalking ribaltata. Prende un cliché e lo capovolge”.
Nelle parole di Richard Gadd qualcuno potrebbe ravvisare un riferimento a You, che è stata spesso accusata di romanticizzare lo stalking. E a questo proposito ecco 10 volte in cui Penn Badgley di You ha risposto a chi giustifica il personaggio di Joe. Vi è piaciuta Baby Reindeer? Se l’avete apprezzata, dovete assolutamente recuperare queste Serie Tv thriller, che sono considerate le migliori di tutti i tempi da IMDb.