Il film di Greta Gerwig dedicato alla bambola più famosa di sempre, Barbie, è senza ombra di dubbio uno dei fenomeni di quest’estate 2023. Amata da molti, criticata da altri, la pellicola in questione ha superato, in meno di tre settimane, 400 milioni al botteghino in nord America e 500 nel mondo intero più rapidamente di qualsiasi altro film prodotto finora, compresa addirittura la celebre saga di Harry Potter. In men che non si dica, dunque, si è conquistato di diritto un posto nella storia del cinema.
Il film di Barbie è stato un enorme successo al botteghino, ma è stato criticato da molti
Uno dei tanti pareri negativi è arrivato da Bill Maher, il conduttore che su X ha definito la pellicola: “Una predica che odia gli uomini e anche una bugia da zombie“. Ha poi continuato: “Certo, nessuno di noi può sapere cosa succede nelle vite degli altri, ma posso vedermi intorno e guardare ai fatti: nel Paese il 45% dei 449 posti nei consigli di amministrazione considerate da Fortune l’anno scorso erano donne. La verità è che non sono io fuori luogo, vivo nel presente“. Tuttavia, le critiche non arrivano soltanto dagli Stati Uniti ma anche dall’Italia stessa. Come riportato da Vanity Fair, Carlo Verdone si è recentemente trovato a parlare dello “stato di salute” del cinema italiano, finendo inevitabilmente per citare anche Barbie: “Stiamo sempre là, guardo il Cinetel tutte le mattine e in cima ci sono sempre sempre Barbie e Oppenheimer. C’è qualche film italiano che tenta qualcosa in più, ma è difficile. Hanno chiuso troppe sale: dobbiamo riflettere su cosa manca al nostro cinema, se il pubblico vuole altri attori, più novità, che si azzardi di più. I risultati mi impensieriscono, mi auguro che si riprenda, ma probabilmente si deve cambiare qualcosa nella scrittura. Sono certamente dispiaciuto perché io sono nato col cinema e mi manca tantissimo. Dovremmo interrogarci su questo, senza farci troppe masturbazioni sul perché non si prendano attori italiani nei film americani. Su questo ha risposto bene Sofia Coppola a Venezia: è il regista che sceglie”. L’attore ha poi continuato, affermando di aver adorato Oppenheimer, ma di non aver sopportato la pellicola di Greta Gerwig: “Come sono entrato, così sono uscito. Poi mi hanno subito redarguito dicendo: ‘Ma no, guarda che è un film molto moderno’. E io mica li critico, si vede che è sfuggito qualcosa a me.” Infine, Verdone ha parlato dell’annoso tema del politically correct: “È una roba molto americana. Su alcune cose sono assolutamente d’accordo, tipo sul colore della pelle, ma su altre no. Stanno facendo ridere i polli”