Ben Affleck sta puntando ancor più in alto dopo una carriera passata prevalentemente di fronte la macchina da presa. L’attore in questi anni ha collezionato una vasta lista di interpretazioni che gli ha restituito diversi riconoscimenti, premi Oscar e Golden Globe. Tra i suoi più grandi successi ricordiamo grandi titoli come Armageddon (diretto da Micheal Bay), Pearl Harbor (Micheal Bay) Gone Girl (David Fincher, un thriller psicologico che segna nel profondo) e Will Hunting – Genio Ribelle accanto al collega Matt Damon. Ed è proprio accanto a quest’ultimo che l’attore ha deciso di lanciare adesso, dopo una carriera passata davanti la macchina da presa e con qualche ruolo da regista, il suo nuovo studio Artists Equity. L’idea alla base di questo nuovo progetto è chiara: creare dei film commerciali adatti a un pubblico generalista, ma anche qualitativamente intelligenti e capaci di esser ricordati anche vent’anni dopo. Le intenzioni sono quelle di distribuire, già dal prossimo anno, tre progetti cinematografici, a partire dal primo che vedrebbe Matt Damon nel ruolo di protagonista. Le prime anticipazioni a riguardo le comunica direttamente Ben Affleck durante una recente intervista al DealBook Summit del New York Times, occasione in cui non si è risparmiato parlando anche della sua idea di produzione e di cosa secondo lui non stia funzionando nella piattaforma streaming di potenza mondiale Netflix.
A parere di Ben Affleck, ciò che prevale nel catalogo è infatti la quantità, e non la qualità. Qui di seguito le sue parole nel dettaglio:
Non vedo alcuna differenza tra il prodotto commerciale e di qualità. Se chiedi a Reed Hastings, sono sicuro che ci sia qualche fattore di rischio in questo, e sono sicuro che abbiano un’ottima strategia, ma mi sarei detto: “Come faremo a fare 50 grandi film?! Come è possibile? Non ci sono abbastanza persone, semplicemente non puoi farlo”. È una cosa che richiede attenzione, dedizione e lavoro e che deve resistere al processo della catena di montaggio. Scott Stuber (capo della divisione film di Netflix, ndr.) è un ragazzo davvero talentuoso e intelligente che mi piace molto, ma è un lavoro impossibile. C’è un pubblico più vasto per i film d’azione rispetto che ai piccoli film drammatici, lo capisco. Alcuni generi hanno una diffusione più ampia e non puoi non esserne consapevole. Ma facciamone uno buono, sorprendiamo il pubblico, facciamolo interessare.
A parere dell’attore, Netflix starebbe puntando sulla quantità in maniera esagerata, privandosi così di coerenza qualitativa. Secondo Affleck, infatti, molto spesso si tratta di fortuna e non di vera qualità. Distribuire tanti prodotti consente il colpo di fortuna, ma anche tanti errori che secondo lui sono la base della piattaforma. Ricordiamo però che l’attore sta per lanciare il suo nuovo progetto Artists Equity, un terreno inesplorato in cui potrà dimostrare se, al contrario di come afferma, riuscirà a far prevalere la qualità rispetto alla quantità. E voi cosa ne pensate?