Black Mirror, il thriller distopico by Netflix, è riuscito a soddisfare le aspettative degli spettatori con la sesta stagione? A quasi un mese dal rilascio è possibile osservare come il pubblico non sia rimasto totalmente soddisfatto dai nuovi episodi. Per tanti la serie tv di Charlie Brooker si è snaturata e ha perso la sua identità, riducendosi a essere la copia di tanti thriller che vanno attualmente in onda. Al contrario nel 2011 si era distinta proprio per il grande realismo e la lucidità con le quali sapeva illustrare i rischi della tecnologia. L’ideatore dello show, dopo una pausa lunga quattro anni, aveva promesso al pubblico che avrebbe riportato Black Mirror ai fasti delle celebrate prime stagioni. L’obiettivo non è stata però completamente raggiunto perché, se da un lato ha tirato fuori qualche episodio brillante (primo tra tutti Beyond the Sea), allo stesso tempo ha ricorso spesso e volentieri a trovate banali. E a quanto pare le sceneggiature degli episodi avevano anche più di un errore o di un buco di trama.
Sui social i fan hanno notato ad esempio un grossolano errore nella seconda puntata di Black Mirror 6 intitolata Loch Henry.
Attenzione: l’articolo potrebbe contenere spoiler sulla puntata in questione.
L’episodio è ambientato in una cittadina scozzese, dove una coppia trova una misteriosa e intrigante storia legata a una serie di eventi del passato. Gli studenti di cinema Davis e Pia, che si era recati lì per girare un documentario su un ambientalista locale, decidono di cambiare soggetto e raccontare la truculenta storia dell’assassino Adair. Nel corso della loro conversazione con Stuart in una scena girata al pub, i protagonisti parlano di un documentario dedicato a un omicidio visto su Netflix. Sembra davvero strano il fatto che il colosso dello streaming sia stato citato da Charlie Brooker nella serie tv e questo perché nel mondo di Black Mirror esiste Streamberry.
Questa piattaforma di streaming di fantasia è palesemente una parodia di Netflix, dal momento che ne riprende l’estetica e il layout. Dopo che è comparsa per la prima volta nell’episodio intitolato Joan Is Awful, la piattaforma di streaming è stata poi citata più volte nel corso degli episodi. Difatti alla fine della seconda puntata il film di Davis debutta proprio in streaming su Streamberry. E allora se lo sceneggiatore si è servito di questa finta piattaforma per muovere un’accusa al colosso dello streaming, perché è stato citato anche Netflix in quella scena? Alcuni fan hanno provato a spiegare questo buco di trama, immaginando che nel mondo di Black Mirror possano esistere entrambe le piattaforme:
“Avevo una teoria secondo cui Netflix e Streamberry esistono già nello stesso universo, come Netflix e Hulu, ma in momenti diversi”.
È molto più probabile però che non ci sia alcuna motivazione dietro questa scelta e che Charlie Brooker abbia semplicemente commesso un errore un po’ grossolano citando Netflix in luogo di Streamberry.