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BoJack Horseman – Il creatore della serie spiega com’è nato l’episodio capolavoro nominato agli Emmy

BoJack Horseman
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Che l’episodio 5×06 di BoJack Horseman intitolato Free Churro sia un piccolo capolavoro è fuori discussione. E non è un caso che sia stato proprio questo episodio a portare la serie animata tra le nomination agli Emmy Awards di quest’anno (qui la lista completa delle nomination).

Il sito d’intrattenimento Collider ha parlato con gli autori di BoJack Horseman, in particolare con il creatore della serie Raphael Bob-Waksberg. Alla domanda su come è nata l’idea di creare un episodio quasi completamente incentrato su un lungo monologo e su chi abbia avuto l’idea, Raphael Bob-Waksberg ha risposto:

«Beh, sono l’unico scrittore presente in questa intervista, quindi posso prendermi l’intero merito. Ma probabilmente l’idea è venuta fuori in sala scrittori». Il creatore ha affermato che per ogni nuova stagione pensano a che tipo di episodi vogliono fare, e si pongono una domanda: “C’è qualcosa di nuovo e di diverso che non abbiamo fatto prima?”. E così è nata l’idea del monologo. Hanno poi iniziato a domandarsi di cosa avrebbe potuto parlare BoJack ininterrottamente per circa 20 minuti, e soprattutto il motivo per cui dovrebbe parlare per un così lungo tempo. Hanno deciso di usare il rapporto complicato con la madre, arrivando alla decisione finale, ovvero la morte della madre e il seguente elogio-monologo funebre.

BoJack Horseman

Bob-Waksberg aveva inizialmente pensato di spezzare il monologo con dei flashback, idea poi scartata dalla regista dell’episodio Amy Winfrey. «A quel punto», continua il creatore della serie, «la sfida era quella di mantenere viva l’attenzione del pubblico, puntando sulle espressioni facciali di BoJack». Hanno parlato anche della performance dell’attore Will Arnett, che dà la voce a BoJack nella versione originale. Per la sceneggiatura c’è poco margine di improvvisazione, ma per quanto riguarda l’interpretazione, le intonazioni, le pause e l’enfasi da dare al monologo e al personaggio, Arnett ha molta libertà.

«L’ho semplicemente lasciato fare e lui è partito. Non voglio dire a freddo. Credo che ci abbia lavorato un po’ per conto suo. […] È la sua interpretazione dello script, e credo che lui ci si senta davvero connesso. Sai, ha interpretato il personaggio così a lungo e per così tanti anni, comprende quella relazione che ha con sua madre e con se stesso e le cose di cui parla. Quindi io semplicemente l’ho lasciato fare e non credo di avergli dato molte direttive»

Will Arnett Bojack Horseman

Per quanto riguarda la struttura dell’episodio, Raphael Bob-Waksberg racconta di aver pensato a una vecchia serie televisiva intitolata Maude (citata non a caso proprio nell’episodio), da cui ha preso ispirazione per strutturare Free Churro seguendo 3 storie diverse, in modo da non perdere l’attenzione degli spettatori. La storia A si incentra sulle ultime parole dette dalla madre di BoJack prima di morire (ICU). Questa è la storia base su cui l’uomo-cavallo ritornerà più volte durante il monologo, ma nel frattempo parla anche di altre cose. Della morte del padre e della sua relazione con lo show business ad esempio.

Il creatore della serie animata ha anche parlato della nomination agli Emmy, e possiamo definire le sue parole molto ‘BoJackiane’: «È davvero entusiasmante essere stati nominati. Che significa? Che è sempre più bello essere nominati che non esserlo. Ed è sempre più bello vincere che non vincere. Le mie sensazioni generali sulle premiazioni a cui sono stato in passato è che quando vinci, è grandioso. Che gioia. Festeggi lì. E quando perdi, tutto ti sembra davvero stupido e ti chiedi perché a tutti interessano cose del genere. È noioso, voglio andare a casa. Noi abbiamo perso diverse cose diverse volte, sono molto preparato. Ma è entusiasmante. Credo sia una buona cosa. Giusto?».

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In questo episodio, durante il suo elogio funebre, BoJack dice: «Non avrai mai un lieto fine. Perché c’è sempre un’altra puntata». E a proposito di questo, Raphael Bob-Waksberg risponde sul futuro della serie e per quanto tempo pensa di continuare:

Credo che dovrete continuare a guardare. Penso che la vita non abbia sempre una resa dei conti. Voglio dire, ho sempre avuto questa visione dello show in cui avremmo continuato a lavorare fino a quando ci sembri interessante o fino a quando sentiamo che ci sono storie da raccontare. Non stiamo andando verso uno punto di arrivo ben preciso. Non è come Breaking Bad dove c’è la crescita e la caduta di un singolo uomo o che questo sia l’arco di tempo specifico di cui vogliamo parlare. Credo che la serie esista come esiste la vita, e a volte le cose possono finire bruscamente o a volte lentamente svaniscono. Penso che questo dipenda da dove saremo quando lo show finirà, da dove lasceremo i personaggi ma per sapere quando succederà dovrete continuare a guardare.

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