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Boris – La struggente lettera di Valerio Mastandrea al compianto Mattia Torre

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Esattamente un anno fa ci lasciava uno dei tre brillanti creatori e sceneggiatori di Boris: Mattia Torre. Una personalità che forse in molti avranno conosciuto con Boris, serie tv tornata in grande auge con Netflix negli ultimi mesi. Tuttavia lo sceneggiatore ha partecipato anche ad altri prodotti televisivi, tra cui Ogni maledetto Natale e La linea verticale.

Mattia Torre aveva un fortissimo rapporto di amicizia con l’attore Valerio Mastandrea, il quale con una lunga serie di tweet ha voluto omaggiare e celebrare lo sceneggiatore di Boris con una commovente lettera. In questo scritto, inconsciamente rivolto più a se stesso che all’amico scomparso, Valerio Mastandrea racconta tutti gli avvenimenti di questo lungo anno senza di lui.

Boris
Mattia Torre

Vuole immaginare, insieme a noi, come li avrebbero affrontati insieme e come Mattia Torre avrebbe commentato tante delle cose che sono successe, sottolineando la personalità unica che contraddistingueva l’amico scomparso. Riportiamo per voi, le parti della lettera per noi più significative.

Si era incominciato con un’azione militare Americana di cui avremmo detto come si dice di una mossa azzardatissima in un Risiko di basso livello quando l’obbiettivo è distruggere le armate del tuo stesso colore. Eppure sento che dopo il reciproco sbigottimento a cui saremmo andati incontro con relativa preoccupazione per le sorti dei nostri eredi avresti offerto un aneddoto di situazione analoga nella Tuscia antica che mi avrebbe pacificato in un istante. […]

boris

So che avrei atteso il tuo personalissimo appuntamento delle 18 in cui avresti tradotto in poche ed estremiste parole, forse due, il dolore per i numeri, lo sconcerto per le storie di persone che se ne vanno da sole e la fatica di dover un giorno fare i conti con tutto questo. Perché la tua idea di futuro oltre che relativa alla domanda “dove si cena domani” è sempre stata mobile, rapida e inarrivabile per tutti. […]

Andrà tutto bene alla fine lo hanno detto tutti. Chissà come avresti preso lo scippo della tua frase cavallo di battaglia da parte del paese. […] Sono molto fiducioso però sul fatto che nel resto della mia vita io e te troveremo il modo di dirci le milioni di cose che avremmo da dire, nell’unico modo possibile. Il tuo.
-Daje.
-Daje tutti”.

Se volete leggere la lettera completa, la potete trovare qui, su Haffington Post.

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