I protagonisti di Breaking Bad sono sempre rimasti in buonissimi rapporti. Addirittura, proprio quest’anno hanno lanciato una linea di mezcal insieme. Ma non solo, nell’ultimo periodo si è parlato molto dell’universo di Vince Gilligan. In ottobre, grazie a Netflix abbiamo potuto chiudere un cerchio iniziato ormai 10 anni fa. La chiusura data al personaggio di Jesse, interpretato da Aaron Paul, è stata la scelta giusta per tutti. Ma l’attore per molto tempo durante le riprese della serie è stato vittima di uno scherzo continuo da parte del suo collega e amico Cranston.
Durante la puntata al The Late Show con Stephen Colbert andata in onda lunedì sera ha parlato delle molte volte in cui ha pensato che Jesse sarebbe morto in Breaking Bad a causa di falsi segnali inviatigli dal co-protagonista Bryan Cranston:
“Il quinto o sesto episodio, il mio personaggio sarebbe dovuto morire. Alla fine della prima stagione, Walt si vendica e io non lo sapevo. Grazie a Dio hanno cambiato idea. Bryan si prendeva sempre gioco di me per farmi credere che sarei morto. Ho sempre pensato che sarei morto.”
Effettivamente Cranston ha calcato la mano per tenere sempre sulle spine il suo amico, ma c’era un fondo di verità: il creatore della serie aveva originariamente pianificato di uccidere Jesse Pinkman nella prima stagione dello show, ma fortunatamente in seguito ha cambiato idea. Quando Gilligan stava ancora sviluppando Breaking Bad, ha pianificato di uccidere Jesse entro il finale della prima stagione. Questo tipo di stratagemma doveva mostrare al pubblico che anche i personaggi apparentemente importanti non erano completamente al sicuro. La storia originale voleva che Jesse morisse a causa di un affare di droga andato male.
Sarebbe servito come dispositivo di trama, affliggendo Walt con un senso di colpa tale che lo avrebbe accompagnato per tutte le stagioni. Fortunatamente, invece, abbiamo avuto El Camino. Sebbene anche lì Gilligan abbia cambiato idea sulla trama.