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Quando si pensa a Breaking Bad si pensa a un capolavoro su tutti i fronti. Regia, fotografia, sceneggiatura, intreccio, tutto bilanciato e incastrato alla perfezione. Ed è per questo che stupisce scoprire che in realtà, all’inizio, le intenzioni di Vince Gilligan erano molto diverse da quello che è poi il risultato che abbiamo potuto ammirare.
La prima stagione, infatti, avrebbe dovuto prendere una piega del tutto differente. A causare il cambio di rotta fu lo sciopero del 2007 del Writers Guild of America (sindacato in difesa degli sceneggiatori di cinema e televisione) che avvenne proprio durante la produzione della stagione di debutto di Breaking Bad.
Molte serie tv dovettero effettuare dei tagli al numero di episodi nella stagione corrente e di conseguenza apportare delle modifiche alla trama. Tra queste c’è anche Breaking Bad, per la quale erano inizialmente previsti nove episodi.

Questa è tuttavia la differenza minore, perché Gilligan ha rivelato di aver avuto in programma dei grandi colpi di scena per il finale della prima stagione. Un’idea sulla quale si era soffermato per un po’, scartandola comunque molto presto, era quella di uccidere Jesse Pinkman. Aveva tuttavia una seria intenzione di uccidere nel finale il cognato di Walter, Hank Schrader, perché “è quello che fanno le serie tv con gli attributi“.
Quando il creatore di Breaking Bad e il resto del team creativo hanno dovuto fermarsi per via dello sciopero, hanno avuto modo di riflettere sul percorso che la serie avrebbe dovuto seguire. Si sono così resi conto che avevano programmato fin troppi momenti importanti tutti per il primo finale, rimanendo così a corto di materiale per le stagioni successive. Decisero così di rallentare il ritmo e prendere un’altra direzione, rendendo la serie più ricca e donando allo spettatore un’esperienza più completa.
Visto quale è stato il risultato finale, non si può biasimare Gilligan se, a differenza forse di chiunque altro abbia avuto a che farci, considera quello sciopero come un colpo di fortuna.