Charlie Brooker è la mente dietro a una delle migliori serie tv di Netflix: stiamo parlando di Black Mirror.
L’uomo sembra aver vissuto dieci vite diverse: ha cominciato la sua carriera come fumettista e scrittore satirico, prima di avvicinarsi al mondo della tv nelle vesti di presentatore. Ad aver reso Charlie Brooker famoso a livello globale però è stato il thriller distopico che ha ideato nel 2011. Ispirata alla serie Ai confini della realtà, Black Mirror voleva denunciare i disastrosi effetti negativi delle nuove tecnologie. Dopo essere andata in onda su Channel 4 per due stagioni, la serie ha ottenuto il plauso della critica e del pubblico. Il suo inatteso successo ha spinto il grande colosso dello streaming Netflix a comprare i diritti dello show e a cominciare a produrre delle nuove stagioni. Quando si parla dunque dei lati negativi del progresso e della tecnologia, non c’è nessuno più intitolato a parlarne del creatore di Black Mirror.
Charlie Brooker ha deciso di intervenire nel dibattito sui rischi legati all’intelligenza artificiale, esponendo il suo particolare punto di vista.
Ad Hollywood gli sceneggiatori hanno scioperato per più di cinque mesi per opporsi all’utilizzo da parte degli Studios dei moderni software di intelligenza artificiale. Gli autori temono che le case di produzione possano ricorrere a programmi come ChatGPT per scrivere i loro show, rendendo superflua la figura dello sceneggiatore. Charlie Brooker però è molto tranquillo: secondo lui, una cosa del genere non potrebbe mai accadere. Il creatore di Black Mirror ha spiegato di aver messo alla prova l’intelligenza artificiale e di averne scoperto gli enormi limiti. Secondo il The Guardian, ecco cosa ha detto a tal proposito durante il SXSW Festival a Sydney:
“Ho detto a ChatGPT: ‘Dammi uno spunto per la trama di un episodio di Black Mirror’. E all’inizio quando arrivano le prime frasi senti un brivido, una sorta di terrore animale. Come se stessi per essere rimpiazzato. Pensavo: ‘Non voglio nemmeno vedere cosa fa, mi butterò dalla finestra’. Poi va avanti e ti rendi conto: ‘Oh, questo è noioso. Un secondo fa ero spaventato, ora sono annoiato perché è così derivativa’. Semplicemente sta copiando qualcosa. Ha assorbito ogni descrizione di ogni episodio di Black Mirror, penso che l’abbia presa da Wikipedia e da altre cose che hanno scritto le persone, e me le sta vomitando contro; questo è fingere di essere qualcosa che non è in grado di essere. Non riesco a immaginare che sostituisca le persone incasinate”.
Per questo motivo il creatore di Black Mirror, al contrario di molti suoi colleghi, non crede che l’intelligenza artificiale potrà mai sostituire la penna di uno sceneggiatore. Siete d’accordo con la sua opinione?