Cops, la serie tv in formato reality che racconta, dal punto di vista degli agenti, la vita di un poliziotto attraverso l’utilizzo di una bodycam, era stata cancellata nel 2020 dopo le polemiche in seguito all’uccisione di George Floyd da parte di un agente della polizia di Minneapolis. Non è la prima volta che una serie viene cancellata in seguito a fatti di cronaca o alla reazione del pubblico: travolta dalle polemiche, anche la produzione Netflix Cuties se l’era vista brutta (in questo articolo vi avevamo raccontato la vicenda). In questo articolo potete invece trovare i più iconici reality show di quella pietra miliare della nostra infanzia e adolescenza che è MTV: qui vi abbiamo parlato di Rupaul’s Drag Race, il Reality che tutti dovrebbero guardare.
L’estate scorsa, oltre alla pandemia si era parlato molto dell’ondata di proteste contro l’eccessivo zelo della polizia, in seguito alla vicenda di George Floyd. Le manifestazioni di protesta per i metodi spesso brutali della polizia statunitense avevano innescato la consapevolezza popolare degli americani che potesse effettivamente esserci un irreparabile marciume istituzionale alla radice delle forze dell’ordine. Erano emerse statistiche su dinamiche razziali sproporzionate negli arresti, molestie nei confronti di individui mentalmente disabili e incapaci di difendere se stessi e altri retroscena inquietanti sul lavoro della polizia. Questa presa di consapevolezza aveva radicalmente cambiato la percezione del poliziotto nell’immaginario collettivo.
La cartina di tornasole di questo cambiamento di sensibilità è stata anche la serie Cops, che per oltre 30 anni aveva propagandato la dedizione degli agenti, riducendo al minimo il danno causato dai loro metodi aggressivi, a volte anche interpretandolo con una certa dose di umorismo. Cops aveva suscitato scandalo fin dalla sua prima messa in onda, ma le obiezioni secondo cui la serie esaltava i protocolli brutali avevano resistito fino al 2020. Le sue carenze e le sue inquadrature selettive sono state finalmente considerate inaccettabili, costringendo la Paramount a cancellare la nuova stagione. Chi tra l’opinione pubblica aveva letto questa scelta come un segno dei tempi e della mutata sensibilità rispetto a certi temi, però, si dovrà ricredere: Cops non muore mai.
Cops ha infatti trovato casa nel network che è un po’ il nido dei conservatori americani, quello che non ha mai voltato le spalle a Donald Trump, neanche nei suoi momenti più bui: Fox News. I nuovi episodi troveranno ospitalità proprio sul canale preferito dall’ex presidente USA: la piattaforma di streaming Fox Nation fornirà uno spazio sicuro non solo per il reality show più controverso degli ultimi anni, ma per la scuola di pensiero sempre più obsoleta che proprio Cops rappresenta.
Di certo la nuova vita di Cops a Fox News non rappresenterà un salto di qualità nella rappresentazione della figura del poliziotto: difficile immaginare che vedremo i protagonisti delle precedenti edizioni mostrare un volto più umano e metodi meno barbari nel rapportarsi con persone che spesso provengono dalle fasce più povere e problematiche della popolazione.
Di sicuro Cops non è nato per ritrarre fedelmente la verità del lavoro di polizia: se così fosse, il tasso di crimini violenti non sarebbe così alto come viene invece rappresentato sullo schermo. Se si tratta invece di celebrare il lungo braccio della legge, anche in questo caso la polizia spesso si comporta in modo così nervoso e ostile da non mettere il distintivo in una luce così lusinghiera. Eliminate queste due opzioni, rimane solo il fattore divertimento alla base di Cops: l’idea che per il pubblico sia divertente vedere violenze e soprusi di uomini in divisa ai danni di persone spesso in una situazione di svantaggio o che vengono trattate con eccessiva durezza.
Di sicuro deve essere piacevole vedere questo tipo di spettacolo per il pubblico di Fox News: solo così si spiega il salvataggio di un prodotto forse antiquato e obsoleto come Cops.