Come ben sappiamo, dal mese di marzo tutte le produzioni cinematografiche e televisive sono state interrotte a causa della pandemia da coronavirus. Una decisione molto difficile ma necessaria per salvaguardare la salute di centinaia di persone che, quotidianamente, lavorano sui set. Dopo settimane di discussioni e di proposte, finalmente è arrivato il protocollo sanitario dalle varie associazioni coinvolte: Anica (industrie cinematografiche), Apa (produttori audiovisivi), Ape (produttori esecutivi), Lara (agenti e artisti).
Il documento (sul quale c’è stato un lavoro di un mese da parte degli addetti ai lavori), è stato presentato nel corso della giornata di ieri per essere vagliato dalle istituzioni preposte. L’obiettivo di tutti è quello di riuscire a ripartire entro la fine del mese di giugno con le produzioni sospese.
Il protocollo sanitario prevede tutte le misure da adottare, gli strumenti da utilizzare per evitare la possibilità di contagio del coronavirus e le responsabilità. Linee guida che il comitato scientifico ha ribadito più volte nel corso di questa emergenza.
Grazie dunque alle conoscenze attuali che si sanno sul coronavirus e sulle varie misure da adottare per evitare il contagio, si è riusciti a trovare le soluzioni più adatte per garantire la sicurezza e per tornare a far funzionare la cinepresa. Mantenere intatta la salute dei tecnici, degli attori e di ogni collaboratore sul set è stata la priorità per questo protocollo sanitario.
Una delle proposte all’interno del documento è sottoporre, per esempio, gli attori a tamponi (o ad altri test scientifici affidabili) per poter escludere la positività al virus. Con una certa cadenza, i test verranno ripetuti (si pensa ad ogni settimana) anche in assenza di sintomatologia. L’utilizzo dei dispositivi di sicurezza avverrà al di fuori del set, quindi durante la preparazione al trucco; anche questi ultimi strumenti saranno monouso o a uso singolo esclusivo per i componenti del cast, sanificandoli a fine giornata.