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Monster: the Jeffrey Dahmer Story – Un’assistente di produzione accusa la serie di razzismo

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Monster: The Jeffrey Dahmer Story ha conquistato grande successo tra gli abbonati a Netflix (e se ti piace il genere, qui trovi la classifica delle 10 migliori Serie Tv Netflix che parlano di serial killer).

La serie sul serial killer interpretato da Evan Peters ha però anche attirato polemiche, a partire dai problemi emersi a causa del tag LGBTQ+ messo e poi tolto da Netflix.

Ora la serie creata da Ryan Murphy e Ian Brennan viene accusata di razzismo da parte di uno dei membri della troupe.

Un’assistente di produzione dice che Monster: The Jeffrey Dahmer Story è stata una delle serie peggiori a cui abbia mai lavorato

Secondo quanto riporta Collider, Kim Alsup, che ha lavorato come assistente di produzione nella serie, ha raccontato dettagli della terribile esperienza che ha vissuto durante le produzione.

In un tweet Alsup ha rivelato di essere “1 delle 2 persone nere nella troupe” e di aver vissuto discriminazione razzista non verbale da parte dei suoi colleghi bianchi. Alsup ha anche spiegato che i suoi colleghi non hanno sentito il bisogno di imparare i nomi delle due persone nere nella troupe e continuavano a sbagliare le loro identità.

Dice Alsup: “Entrambe avevamo le trecce, lei aveva la pelle più scura ed era alta 177cm, io sono 165cm. Sono stata trattata in modo orribile in questo lavoro. Ora guardo alla protagonista nera in modo diverso”.

Il tweet ha attirato l’attenzione del Los Angeles Times che ha invitato Alsup per un’intervista in cui ha raccontato la sua spiacevole esperienza. “Una delle peggiori serie a cui abbia mai lavorato. Mi chiamavano sempre con il nome di qualcun altro, con quello dell’altra ragazza nera che c’era che non mi assomigliava per niente, e io ho imparato i nomi di oltre 300 comparse.” 

A causa della sua esperienza, Alsup ha deciso di non guardare la serie, perché “riporterebbe alla mente tutti questi ricordi”. Ha aggiunto “Non voglio avere questi tipi di situazioni di disturbo da stress post-traumatico. Il trailer stesso mi ha dato stress post-traumatico”.

Al Los Angeles Times aggiunge che l’esperienza è stata “estenuante” e che il set – sprovvisto, secondo le sue parole, di supporti professionali per la salute mentale – era un ambiente privo di supporto.

Netflix non ha commentato le parole di Alsup. Secondo un rappresentante tutti i membri della troupe hanno avuto accesso a risorse gratuite per la salute mentale, incluso un terapista qualificato.

Alsup si unisce a un elenco di persone arrabbiate per la serie. Tra questi i familiari delle vittime, come Eric Perry, parente di Errol Lindsey, che ha criticato la serie accusando Netflix di sfruttare eventi tragici a scopo di lucro. La sorella di Lindsey, Rita Isbell, ha criticato Netflix per non aver contattato le famiglie delle vittime chiedendo la loro opinione in merito alla realizzazione della serie.

La serie segue gli omicidi del serial killer Jeffrey Dahmer, che terrorizzò lo stato del Wisconsin tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90 uccidendo violentemente 17 persone e cibandosi di esse. Nel cast Evan Peters, Richard Jenkins, Molly Ringwald, Michael Learned, Niecy Nash.

Che ne pensi di queste polemiche e della serie creata da Ryan Murphy?