La strategia è ormai una tendenza: anche Disney, al pari di Netflix, intende puntare più sulla qualità che sulla quantità.
Colpisce l’idea che in meno di quarantotto ore abbiamo proposto due titoli pressoché identici per evidenziare le strategie future di due tra i principali player del mondo cinematografico e seriale: Disney e Netflix. Colpisce, ma non deve sorprendere: è nella logica degli eventi che l’evoluzione delle direzioni editoriali delle due aziende passi attraverso concetti affini per ottenere i medesimi risultati. Il tempo dei film e delle serie tv a fiumi sembra quindi essere finito: si faranno meno cose per fronteggiare la crisi di un sistema che passa sempre più attraverso lo streaming (ma non solo), ma si faranno meglio di prima. Almeno negli intenti, sia per quanto riguarda Netflix che per quanto riguarda Disney. E a proposito della Disney, è stato Bob Iger, CEO dell’azienda, a esplicitarlo nel corso della conferenza indetta per annunciare i dati trimestrali. Conferenza di cui avevamo già parlato a proposito dell’affare in chiusura con Hulu, mentre oggi ci concentriamo sui piani per il futuro editoriale: “Guardando alla nostra produzione complessiva, è chiaro che la pandemia ha creato molte sfide creative per tutti, noi inclusi. Nel momento in cui la pandemia ha colpito, stavamo puntando su un aumento di quanto stessimo producendo: ho sempre pensato che la quantità potesse effettivamente essere negativa quando si punta alla qualità, e penso che sia esattamente ciò che è successo. Abbiamo perso un po’ di focus”.
Bob Iger non risparmia una critica non troppo velata al suo predecessore Bob Chapek (e pure suo successore, visto che Iger era già stato CEO di Disney dal 2005 al 2020, prima del nuovo incarico ottenuto nel 2022): “Tutti ci stiamo tutti rimboccando le maniche, me compreso, per fare ciò. Abbiamo ovviamente grandi risorse, grandi storie da raccontare grazie agli studios che abbiamo o che abbiamo acquisito. E mi sento davvero ottimista riguardo alla programmazione futura: troveremo un equilibrio tra alcuni sequel forti di alcuni titoli molto popolari e alcuni buoni contenuti originali, a partire da Wish. Quindi mi sento bene a proposito della direzione che stiamo prendendo. Ma sono consapevole del fatto che le nostre performance da un punto di vista qualitativo non fossero davvero all’altezza degli standard che ci eravamo prefissati“.
Tutto chiaro, insomma: anche la Disney è entrata ufficialmente in una nuova fase. E al pari di Netflix, saranno il tempo e il pubblico a dare ragione o meno alle nuove strade intraprese.