Steven Moffat ha iniziato il suo percorso col franchise di Doctor Who (disponibile sulla piattaforma streaming Prime Video) tra la conclusione della serie classica e il suo revival nel 2005. Questi si sarebbe unito alla produzione della stagione di Christopher Eccleston, nel ruolo di scrittore. Una volta che lo showrunner Russell T Davies ha lasciato lo show, Moffat ha guidato Doctor Who dal 2010 al 2017. Durante questo periodo ha supervisionato la fase dell’Undicesimo Dottore interpretato dall’attore Matt Smith, il suo 50° anniversario e l’era del 12° Dottore di Peter Capaldi. Davies è tornato come showrunner e ha supervisionato la prossima, quattordicesima stagione di Doctor Who.
Nonostante il ritorno di Russell T Davies, Steven Moffat ha fermamente escluso un suo ritorno all’interno della serie televisiva
Lo sceneggiatore ha dichiarato, durante un’intervista di RadioTimes, che nonostante le speculazioni derivanti da alcune citazioni e post sui social media non ha intenzione di tornare:
“Guardate la mia faccia invecchiata. Come posso adattarmi? E so, perché ho visto i commenti, che la gente pensa che io sia evasivo sull’argomento. La verità è che se dico qualcosa di negativo su Doctor Who finisce ovunque, tipo boom, ovunque, capito? Non è esattamente una gioia per il mondo che io dica qualcosa di negativo su Doctor Who. Il fatto è che sta bene anche senza di me”.
Nella sua prima stagione di Doctor Who, Moffat ha fissato i suoi obiettivi per la serie con un tono fiabesco. Dal momento in cui l’Undicesimo Dottore atterra nel capanno del giardino della giovane Amelia Pond, l’interpretazione di Moffat del Signore del Tempo risplende. Questo perché il pubblico vede il Dottore come una figura leggendaria che scaccia i mostri senza sforzo e che può aiutare chiunque a sentirsi a proprio agio, qualunque cosa accada. Anche quando affrontava la morte, la perdita e i dubbi su se stesso durante il mandato di Capaldi, il Signore del Tempo ne usciva sempre come la stessa figura d’ispirazione.
Anche se la sua era ha affrontato una buona parte di critiche, i contributi di Moffat si distinguono come alcuni dei più significativi. Dall’esplorazione approfondita del personaggio in “Heaven Sent”, agli orrori terrificanti di “Blink”, fino all’umorismo autoconsapevole di “The Curse of Fatal Death”. Così i contributi dello showrunner hanno avuto una presa duratura sul fandom, con “Heaven Sent” addirittura in cima ai sondaggi dei fan di Doctor Who.
Per questo motivo, anche se molti saranno delusi dalla riluttanza dello scrittore a tornare, è chiaro che egli ha la massima fiducia nel futuro della serie.