La notizia circa l’avvistamento di una statua gigante che ritrae il personaggio di Yamcha (in alcune traduzioni italiane rinominato Iamko) di Dragon Ball ha sorpreso chiunque. Le colossali dimensioni dell’opera hanno incrementato lo stupore dei fan del manga e della serie animata, i quali non sanno decifrare se si tratti di una statua reale o di un ottimo fotomontaggio.
L’opera riprende l’iconica scena della morte di Yamcha, avvenuta nel corso della saga di Dragon Ball Z. Convinto di aver eliminato il nemico Saibamen e aver salvato i propri amici, Yamcha viene attaccato dal mostriciattolo verde. Quest’ultimo si fa quindi esplodere, uccidendo l’amico di Goku e anche se stesso.
L’immagine della “iena del deserto” immobile, in un cratere, diviene così simbolica. Impresso nell’immaginario collettivo, quel momento è definito un meme da ormai una decina di anni. E due giorni fa, quel fotogramma iconico, è stato omaggiato da una gigantesca statua dello sfortunato guerriero.
Introdotto inizialmente come villain del protagonista Goku, Yamcha fece la sua prima apparizione nel settimo capitolo del manga di Akira Toriyama negli anni ’80. Da quel momento è entrato a far parte della famiglia di Dragon Ball, divenendo uno dei main characters della serie tv. La statua, situata presso il Shanghai Expo Park, ha già riscosso un enorme successo. E le immagini, diffuse dapprima sul social cinese Sina Weibo, in poco tempo sono diventate virali.
Grazie a quest’opera, Yamcha e la sua ironica scomparsa hanno ricevuto un tributo che difficilmente finirà nel dimenticatoio. Le ragioni circa la creazione della statua non sono ancora state chiarite del tutto. Secondo alcune supposizioni, pare che l’obiettivo sia quello di pubblicizzare un prossimo evento di combattimento presso un centro commerciale di Shanghai. Ma per il momento non vi è alcuna conferma ufficiale a riguardo.
Si potrebbe infatti trattare di una semplice foto ritoccata o di una fake news. Per adesso, però, possiamo ritenerci fortunati ad assistere a una così bizzarra creazione artistica. Questo omaggio il povero Yamcha se lo merita tutto, ma la domanda è lecita: a quando un tributo a Crilin e alle sue continue dipartite?