Il tempo passa eppure di Friends non si smette mai di parlare. Non importa quanti anni siano trascorsi – ormai ben 16 dalla sua conclusione nel 2004 – la sit-com cult degli anni ’90 resta un vero evergreen. Per lo più cambiano i temi per i quali si finisce a discutere (anche) di Friends. E se nel 2004 o nel 2010 ne avevamo di alcuni, nel 2020 – con i tempi che cambiano – ne abbiamo di ben diversi.
Lo sa bene Marta Kauffman, coautrice di Friends assieme a David Crane, che oggi si ritrova a pensare al suo show in modo ben diverso da come faceva prima.
Se infatti l’autrice si è lasciata andare in questi anni a confessioni in merito al rimpianto per certe sottotrame non proprio invecchiate bene, o al cachet giornaliero dei protagonisti, oggi la Kauffman si ritrova a parlare di diversità. E di come avrebbe voluto gestirla se avesse avuto le consapevolezze di cui è dotata oggi.
Un argomento attuale che con gli anni diventa sempre più preminente nel mondo delle arti, grazie a un diffuso incremento di coscienza e consapevolezza. Molti show prodotti nell’ultimo decennio si può dire infatti che abbiano lavorato bene in termini di diversità, mentre lo stesso non si può dire di Friends, e la Kauffman lo sa bene. Anche se non gliene si può fare una colpa più di tanto: è importante ricordare come la sit-com sia nata in un’era precedente, in cui la televisione era ancora molto lontana dall’odierno livello di consapevolezza in merito a certi temi.
Nonostante ciò l’autrice non ha usato mezzi termini quando ne ha parlato durante una recente intervista all’ATX Television Festival virtuale. La donna ha dichiarato che dare una versione della New York City “bianca” in tal modo è stato un errore, e che rimpiange di non aver lasciato spazio a talenti più diversificati.
“Vorrei aver saputo all’epoca ciò di cui sono consapevole oggi, avrei preso decisioni molto diverse. Nella nostra compagnia abbiamo sempre incoraggiato la diversità attraverso le persone, ma io non ho fatto abbastanza. Ora tutto ciò a cui riesco a pensare è ‘Cosa posso fare di diverso? Come posso rendere innovativo il mio show?’ È qualcosa che avrei voluto saper fare quando ho iniziato questo mestiere.”
Avrebbe dichiarato l’autrice di Friends secondo Deadline. Dichiarazioni sorprendenti se si pensa a come sia la prima volta che la Kauffman tocca un simile argomento.
Cosa che non si può dire per altri membri del cast che già all’inizio di quest’anno avevano espresso la loro opinione in merito.
Appena poche settimane fa Lisa Kudrow aveva dichiarato con una certa sicurezza che Friends sarebbe stata “completamente diversa” se fosse stata prodotta oggi. E che sicuramente non avrebbe avuto un cast composto da soli bianchi.
Mentre il primo a portare a galla la questione sulla mancanza di diversità in Friends, è stato David Schwimmer durante un’intervista rilasciata a gennaio. L’attore ha dichiarato di aver richiesto che il suo personaggio, Ross, uscisse anche con donne di colore. E ha ricordato come infatti Ross nella serie si fosse fidanzato prima con una donna americana di origine asiatica (Julie), e poi più in là con un’afroamericana (Charlie). Tutte scelte narrative fortemente volute da Schwimmer stesso, a detta dell’attore.
Certo oggi potremmo passare giorni a parlarne. Forse c’è qualcosa che Friends, nonostante i tempi, avrebbe potuto gestire diversamente. Ma come ha detto Lisa Kudrow è anche vero che “Friends andrebbe vista come un qualcosa di incapsulato nel tempo, e non giudicata per ciò che ha sbagliato”.
Resta solo da vedere se la questione, così tanto discussa, avrà un qualche peso sull’imminente reunion per HBO Max.