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Friends – Un sequel? Incentrato sui figli dei protagonisti? Il co-creatore smentisce la “grande idea”, ma molti sognano di vederlo in onda

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Trent’anni. Sono passati trent’anni esatti dalla primissima messa di Friends. E dopo trent’anni, molti sognano ancora di rivederla in onda.

Niente male, per una serie tv che ha cambiato la storia senza esserne inizialmente consapevole. Ma tant’è. Sarebbe riduttivo spendere una manciata di righe a proposito dell’importanza storica di Friends, ancora oggi tra le sit-com preferite dal pubblico. Preferite, e tra le più viste. In un panorama nel quale il genere è in crisi come non mai, la scelta prediletta è sempre e comunque Friends. Le generazioni più mature non sanno disconnettersi dal prodotto, mentre quelle più giovani l’hanno scoperto nel tempo.

Con presupposti del genere, visto che parliamo di una serie tv di maggiore successo di sempre, la domanda è inevitabile: tornerà mai? Dopo il fallimento dello spin-off Joey e l’intensa reunion di alcuni anni fa, molti spingono da tempo per realizzare un vero e proprio sequel.

Con i protagonisti di sempre? Se n’è parlato a lungo, ma l’ipotesi è piuttosto impraticabile.

E se invece si trattasse di un sequel con altri personaggi? Per esempio, con i figli dei protagonisti? Ormai ventenni, potrebbero rivolgersi in particolare al pubblico più giovane che ha scoperto Friends negli ultimi anni. Fattibile?

Le perplessità non mancano. E le ha evidenziate laconicamente lo stesso David Crane, co-creatore di Friends.

L’autore, raggiunto da Today all’interno di un dialogo con l’altra creatrice di Friends, Marta Kauffman, e il produttore esecutivo Kevin Bright, è stato chiarissimo: il sequel non s’ha da fare.

Ecco il suo commento.

Bright : “Quando gli adolescenti parlano con te, ti dicono quanto amano il tuo show e ti chiedono: ‘Ci saranno altri episodi?'”

Kauffman : “Ricevo e-mail a riguardo in continuazione. E tutti hanno una grande idea. La grande idea è che i loro figli crescano e siano protagonisti di una serie tv stile Friends”.

Crane: “Oh, no, no, no, no”.

Ecco, no. Decisamente meglio di no.