Vai al contenuto
Home » News

Quella volta in cui Friends salvò le sigle delle Serie Tv

friends sitcom nbc
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

L’impatto che Friends ha lasciato sul panorama seriale e sul mondo delle sitcom è da sempre sotto gli occhi di tutti. Lo show ci ha accompagnati per generazioni, facendoci fare miglia di risate e lasciandoci centinaia di citazioni iconiche, che hanno contribuito a rendere la sua storia un classico amatissimo e conosciuto da tutti.

Ma che siate o meno fan di Friends, è impossibile non riconoscere che tanti sono i meriti che dobbiamo a questo prodotto. La sitcom, infatti, è stata una delle prime del genere e ha contribuito alla nascita di numerose opere famosissime, che proprio sul format e sullo spirito di Friends hanno ricavato le loro radici. Ma i meriti di Friends non finiscono qui.

Tra le tante eredità di Friends, ce n’è una sconosciuta che oggi ci viene svelata da un nuovo libro: l’impatto che lo show ha avuto nel salvare le sigle nelle serie tv.

Le iconiche note di I’ll Be There for You dei The Rembrandts risuonano ancora nella nostra testa, riportandoci all’allegria e alla spensieratezza di quella sigla che segnava l’inizio della nostra avventura in compagnia dei Friends più famosi della tv.

Ma quelle note non sono state importanti solo per essere diventare il segno distintivo di uno show entrato nella storia. Il successo di quella sigla ha contribuito anche a cambiare la tv del tempo e il rapporto tra le serie e le canzoni.

Nel nuovo libro di Jon Burlingame, Music for Prime Time: A History of American Television Themes and Scoring, l’impatto della sigla di Friends sul mondo delle sitcom è stato analizzato a fondo, svelando l’importante eredità che ci ha lasciato.

Il libro racconta di come, a un certo punto, la tv si fosse allontanata dalle sigle di apertura, iniziando pian piano ad eliminarle. Nel 1994 il presidente ABC, Ted Harbert, parlava delle sigle come di una «pratica antiquata», che favoriva lo zapping, portando le persone a cambiare canale durante quei 60 secondi di intro. L’uomo, così, aveva iniziato a chiedere ai produttori di eliminarle dai loro prodotti.

Nonostante la critica si fosse accanita verso questa nuova pratica, essa di fatto cominciò a diventare sempre più frequente, mentre i titoli di coda iniziavano sempre più spesso a scorrere sulle scene della nuova puntata, eliminando pian piano le vecchie e “antiquate” sigle.

Ma l’arrivo di Friends sulla scena generò un immediato cambio di rotta. Il grande successo del prodotto, legato anche all’amore del pubblico per la sua sigla iniziale, convinse le reti a ritornare sui propri passi, reintroducendo le canzoni nei loro show.

In una conversazione con Variety, Michael Skloff, compositore della sigla di Friends, ha parlato del perché quel motivo funzioni così bene:

Dopo il suo debutto nel 1995, la canzone trascorse diverse settimane al primo posto delle classifiche, riportando le sigle tv alla loro vecchia gloria. Un successo che, però, fu solo temporaneo. La recente pratica di saltare l’intro, offerta da quasi tutte le piattaforme streaming, ha infatti messo sempre più a margine le sigle tv.

Ad oggi sono pochissime le sigle delle serie tv che, come quella dell’iconica Game of Thrones, riescono a conquistare i fan e rimanere nella storia come capolavori a se stanti.