Il finale di serie di Game of Thrones è andato in onda la scorsa domenica. Una puntata che ha lasciato l’amaro in bocca a numerosi fan della serie televisiva targata HBO, tanto da iniziare una petizione per un possibile reboot della stagione.
Ancora oggi, a distanza di una settimana, si continua a parlare di alcune scene andate in onda e, in particolar modo, si è discusso su una scena di Tyrion Lannister (interpretato dall’attore Peter Dinklage).
Nel corso dell’ultima puntata, come sappiamo, Samwell Tarly presenta un libro al nuovo consiglio, intitolato A Song of Ice and Fire (chiaro riferimento ai romanzi scritti da George RR Martin sui quali si basa lo show). Ma una cosa spicca agli occhi di tutti: Tyrion, protagonista di molte vicende, non viene menzionato all’interno del libro.
Questo dettaglio è un’allusione al commento mosso da Varys a Tyrion dopo la Battaglia di Blackwater, nella seconda stagione. Ecco cosa l’eunuco disse al nano dei Lannister:
Ci sono molti che sanno che senza di te questa città è sconfitta, il re non ti darà alcun onore, le storie non te lo diranno, ma non dimenticheremo.
Come dimostrano i numerosi fatti avvenuti a Westeros, Tyrion è stato molto importante nel gioco della narrazione. Ma la gente, il popolo, vuole leggere storie su Re e Regine, battaglie e guerre. Le storie che riguardano un nano che diventa la Mano di un Re e una Regina, per loro, non sono abbastanza interessanti.
Ecco il perché della sua assenza all’interno del libro.
Apparentemente poco importante come personaggio, indispensabile nello schema generale della storia. D’altronde è Tyrion stesso che si rende conto dell’importanza di un passato, di una storia, nel momento in cui realizza che Bran Stark, il Corvo a Tre Occhi, è l’unico destinato ad essere Re e Protettore dei Sei Regni.
Come disse Varys:
Have you considered the best ruler might be someone who doesn’t want to rule?