Game of Thrones dopo 8 anni di onorata carriera e una disastrosa ultima stagione (davvero, quante volte ci siamo sentiti presi in giro dalla serie?) è giunta alla sua innaturale fine nella primavera 2019, tra lo scontento generale e molto più di qualche critica. Le nostre recensioni parlano per noi, dalla prima all’ultima: lo sappiamo e lo sapete anche voi, purtroppo non c’è nient’altro che possiamo aggiungere senza ricadere nello stesso mental breakdown che ci accompagnò in quei tortuosi giorni di maggio. Ma se per lo meno, la serie HBO ci ha distrutto con il suo doloroso finale, lo stesso però non possiamo dire della saga di George R.R. Martin a cui la serie si è ispirata che, a ormai 25 anni dal su esordio – era il 1996 infatti quando il primo libro de Le Cronache del Ghiaccio e del fuoco venne pubblicato – non è ancora arrivata al suo compimento. Di serie televisive rovinate da un finale sbrigativo ce ne sono a bizzeffe (ecco quali sono secondo noi le 5 che più hanno patito questa sorte), e Game of Thrones purtroppo sappiamo essere una di queste, ma se è vero che la speranza è dura a morire, la nostra l’abbiamo riposta tutta negli attesissimi ultimi due libri di George R.R. Martin, che a proposito, a che punto sono?
A 10 anni dalla pubblicazione del quinto e attualmente ultimo libro A Dance with Dragon, non c’è fan di Game of Thrones che non si svegli nel cuore della notte per chiedersi quando potrà finalmente leggere il finale della sua saga preferita. Andata a braccio per le ultime due stagioni, la genesi letteraria di Game of Thrones continua ad alimentare l’idea che qualcosa di buono possiamo ancora leggerlo e che, con altissime probabilità, sarà molto diverso da quello che abbiamo visto sui nostri schermi.
Il pubblico chiede e George R.R. Martin risponde promettendo l’uscita del sesto libro entro l’estate del 2020, ma qualcosa non torna e i fan si infuriano.
I fan della saga ovviamente non hanno dimenticato la promessa dell’autore e in molti si sono subito precipitati a citare le parole con cui lo scorso anno Martin rispose positivamente alle continue domande sull’esito dei suoi scritti:
“Ti dico: se non ho The Winds of Winter in mano quando arrivo in Nuova Zelanda per Worldcon, hai qui il mio permesso scritto formale per imprigionarmi in una piccola capanna sulla White Island, che si affaccia su quel lago di acido solforico, finché non ho finito.”
Parole smentite in questi ultimi giorni proprio da George R.R. Martin stesso che, stanco delle continue pressioni a cui l’inferocito pubblico continua a sottoporlo ormai da anni – per l’esattezza 10 – ha postato sul suo blog la sua risposta:
“Non farò previsioni su quando finirò. Ogni volta che lo faccio, gli s*****i di Internet lo prendono come una “promessa” e poi aspettano con impazienza di crocifiggermi quando manco ho dato una vera scadenza. Tutto quello che dirò è che sono fiducioso”.
Previsione non è sinonimo di promessa, Martin ci tiene a precisarlo onde evitare di finire nuovamente nel mirino degli s*****i di internet. Ma per chi invece si chiede quando The Winds of Winter vedrà la luce, le parole dell’autore ci lasciano aperto uno spiraglio di speranza:
“Cosa c’era di buono nel 2020? Oltre alle elezioni? Ebbene, per me c’era il lavoro. Ho scritto centinaia e centinaia di pagine di The Winds of Winter nel 2020. Questo è stato l’anno migliore che ho avuto da quando ho iniziato a lavorarci. Perché? Non lo so. Forse l’isolamento. O forse sono ispirato.”
Insomma, George R.R. Martin è stato chiaro: è arrivato il momento di lasciarlo in pace e non fargli più nessunissima domanda sull’esito di Game of Thrones.