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Nikolaj Coster-Waldau, l’attore danese noto per aver interpretato il sardonico e combattuto Jaime Lannister in Game of Thrones, era ansioso di vedere il suo ultimo debutto in anteprima al South by Southwest lo scorso marzo. In “The Silencing”, Coster-Waldau è un cacciatore solitario che vive nel bosco, alle prese con la scomparsa – e probabilmente l’omicidio – di sua figlia.
Ma pochi giorni prima della premiere, il festival del cinema in Texas è stato annullato a causa dei casi di coronavirus che hanno travolto gli Stati Uniti. Più tardi, in primavera, Coster-Waldau sarebbe dovuto salire sul palco di Los Angeles, in un adattamento di “Macbeth” al Geffen Playhouse. Invece, è stato in autoisolamento con la sua famiglia in Danimarca, lavorando alla sua nuova compagnia – Ill Kippers Productions, con lo scrittore Joe Derrick.

Durante questa intervista su Variety sono state poste tante domande all’attore e alcune riguardano proprio il suo ruolo in Game of Thrones. Alla domanda “In che modo “Game of Thrones” ha cambiato la tua carriera per permetterti di produrre i tuoi progetti?” lui risponde:
“E’ tutto qui. Ci ha dato un po’ di slancio quando si è trattato di queste cose. C’è qualcosa di semplice e divertente nel creare qualcosa da soli. Anch’io recito da trent’anni e lo adoro. Mi piace usare questa esperienza e stare sempre più dietro la macchina da presa. Immagino che, per rispondere alla tua domanda, essere nel più grande spettacolo dell’epoca non faccia male a quel tipo di sforzo.”
Conosciamo più o meno tutti la fine che fa Jaime nell’ultima stagione della serie HBO. E infatti, una domanda riguarda proprio le voci. L’attore non tarda a rispondere:
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“Non l’ho seguito per niente. Ovviamente ne ho sentito parlare. Ero a conoscenza della petizione per un nuovo finale, che ho trovato esilarante. Volevo quasi firmare quella petizione. La HBO diceva: “Hai ragione, tante persone lo vogliono, lo faremo”. Credo che ognuno avesse la propria opinione. Trovo il mondo del fandom davvero interessante. Tutti volevano qualcosa di specifico e diverso da quello che hanno ottenuto. Ho vissuto con questo per otto stagioni. C’è ancora un’enorme comunità dedicata a “Game of Thrones”. Credo che ci fosse una vera e propria paura che stava per svanire. Doveva finire.”