Tutti i veri fan di Game of Thrones si sono commossi di fronte alla celeberrima scena in cui, nella settima stagione, viene svelata l’origine del nome di Hodor e il perché del suo essere una “mente semplice”, ma da sempre leale e fedele agli Stark, al punto da sacrificarsi per Bran.
La famosa scena “hold the door”, che ha mandato in crisi i doppiatori e gli adattatori di tutto il mondo, sarà molto diversa nel romanzo di George R. R. Martin rispetto alla serie. In Game of Thrones Hodor si metteva di guardia alla porta che separava Bran, Meera e Jojen Reed dagli Estranei, finendo per soccombere alla pressione di questi ultimi ma riuscendo a favorire la fuga del giovane Stark.
Nel flashback che accompagnava questa scena scoprivamo come il soprannome di Hodor fosse proprio una contrazione della frase “hold the door” e di come la visione di Bran al giovane garzone avesse causato una sorta di “corto circuito” della mente, rendendolo per sempre il gigante buono ma sciocco che abbiamo conosciuto.
Ecco, dimenticate una delle scene più commoventi e “mind blowing” di Game of Thrones: Martin ha svelato che questa parte della storia sarà molto diversa nei libri e ha parlato di come è stata realizzata.
Credo che sia stata realizzata molto bene, ma ci saranno delle differenze nei libri. Loro hanno reso tutto molto fisico, con il fatto di “tenere la porta” con la forza di Hodor. Nel libro, Hodor ha rubato una delle vecchie spade dalla cripta. Bran si è spostato dentro la mente di Hodor e ha fatto pratica con il suo corpo, perché Bran era già stato allenato nella spada. Quindi dire a Hodor di “tenere la porta” è più simile a dire “tieni questo passaggio” – difenderlo mentre i nemici stanno arrivando – e Hodor li combatte e uccide. C’è una piccola differenza quindi, ma l’idea è simile.