George RR Martin, che noi tutti conosciamo per essere l’autore della saga Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ha recentemente condiviso sul proprio blog personale un pensiero riguardo la tossicità dei fan e, di conseguenza, dei social media con cui giornalmente abbiamo a che fare. Lo scrittore, che è da molto tempo bersaglio di numerosi haters a causa dei lunghi tempi d’attesa per l’uscita del nuovo capitolo della celebre saga fantasy, ha tuttavia voluto fare un discorso generale senza soffermarsi soltanto sulle proprie esperienze personali, a cui comunque ha fatto riferimento. Queste le sue parole a tal proposito: “Il 2023 è stato un incubo per il mondo, per la nazione e per me, sia professionalmente che personalmente. Ho cercato di trovare distrazioni dove ho potuto. Nei libri, nei film e nelle serie Tv… ma anche lì, la tossicità è in crescita“
George RR Martin ha pubblicato una riflessione sulla tossicità dei social
Successivamente, ha continuato: “Una volta era divertente parlare dei nostri libri e film preferiti, e avere accesi dibattiti con i fan che vedevano le cose diversamente. Ma in questa epoca dei social media non è più sufficiente dire: “Non mi è piaciuto questo libro o questo film, ed ecco perché”. Adesso i social sono pieni di anti-fan che preferiscono parlare delle cose che odiano, piuttosto che di quelle che amano, e si deliziano a ballare sulla tomba di coloro che hanno fatto un film che è andato male… È veramente triste”. Ricordiamo che soltanto qualche mese fa, l’autore ha comunque dato una risposta a coloro che gli chiedevano insistentemente la pubblicazione del nuovo libro, ammettendo di essere in ritardo: “Ci sto lavorando, sono in ritardo di 12 anni con The Winds of Winter e lo sappiamo tutti. Ma quando sarà pronto lo pubblicherò, non dovete tormentarmi con questa cosa“. Pur ammettendo le proprie “colpe”, dunque, l’autore che ha permesso di dar vita alla celebre Game of Thrones non apprezza che gli si facciano troppe pressioni o che i social diventino soltanto un luogo in cui si celebra odio. Secondo il suo punto di vista, infatti, prima era molto più semplice imbattersi in fan con cui era piacevole dialogare, mentre ora è più probabile trovare qualcuno che parli semplicemente dei motivi per cui detesta un determinato prodotto.