Halston è una mini serie targata Netflix che è arrivata in catalogo circa un mese fa, facendo parlare molto di sé. Nel caso non aveste ancora avuto modo di sentirne parlare, vi rimando qui per dare un’occhiata al trailer e farvi un’idea, mentre, se invece la conoscete già piuttosto bene, qui troverete la nostra recensione in merito. La storia si basa sull’omonimo stilista statunitense, interpretato nella serie tv da Ewan McGregor, che si è anche trovato a difendere la sua interpretazione dopo l’uscita sulla piattaforma streaming.
Roy Halston Frowick è stato, come anticipavamo, uno stilista statunitense di grande successo, la cui fama ha raggiunto livelli internazionali tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, poco prima quindi della sua scomparsa, nel 1990. L’utilizzo di design minimalisti e lineari, realizzati principalmente in cashemere o in ultrasuede, divenne una novità nelle discoteche americane, arrivando a modificare e ridefinire anche la moda di quel periodo. Grande frequentatore della vita mondana newyorkese, Halston veniva spesso fotografato allo Studio 54 in compagnia di alcune grandi star sue amiche, come Liza Minnelli o Andy Warhol.
Personaggio più o meno controverso, non si può non ammettere che la serie tv abbia dato una forte scossa al brand: dopo l’uscita su Netflix, infatti, le vendite di Halston sono letteralmente schizzate alle stelle.
Non facciamoci ingannare: questo brand era già conosciuto ben prima dell’uscita del prodotto Netflix, ed era anche stato preso in considerazione come materia di studio, solo non a livelli così alti. Dopotutto Halston si è dimostrato essere uno stilista partito molto bene ma che mano a mano ha perso controllo sul suo brand, arrivando anche a esserne estromesso nel 1984. La produzione è poi passata nelle mani di vari designer finché Revlon, società proprietaria del marchio, non decise di interrompere la produzione di linee d’abbigliamento dedicandosi solamente ai profumi.
Prima della mini serie Halston, inoltre, c’erano stati alcuni tentativi di rilanciare il brand, che però non avevano ottenuto l’effetto sperato. Un paio di questi, ad esempio, vedevano come testimonial Sarah Jessica Parker e Harvey Weinstein. Dove però altri hanno fallito, Netflix ha avuto successo. Come lo stesso marchio ha rivelato a WWD, dopo l’uscita delle puntate sulla piattaforma streaming le vendite di Halston sono aumentate del 631%, mentre le ricerche sul sito sono salite addirittura al 3200%. Se questi dati esorbitanti non dovessero bastare a farci capire quale sia il potere mediatico del serial televisivo, ci basta pensare che sono percentuali precedenti al lancio di un’altra linea di moda: la collezione ispirata alla serie tv e che sarebbe firmata sia da Halston che da Netflix. La linea in questione infatti non è ancora arrivata nei grandi magazzini Neiman Marcus, dove con ogni probabilità la troveremo ad agosto, poco prima degli Emmy. Non solo: il direttore creativo del brand, Robert Rodriguez, ha fatto anche sapere che la capsule Netflix x Halston è già stata venduta al 40%, e l’intero brand sta vivendo “quasi una rinascita“.
Quello a cui stiamo assistendo con Halston, quindi, è un caso piuttosto interessante di come la collaborazione tra il medium televisivo/audiovisivo e gli altri settori coinvolti sia decisamente molto più attiva e florida di quanto pensiamo. Nel 2019 la costumista della serie tv, Jeriana San Juan, chiese di avere accesso all’archivio del brand per poter ricreare riproduzioni fedeli dei capi dell’epoca. Una volta uscita la serie tv il successo è stato clamoroso e Netflix ha deciso di entrare in collaborazione con Halston per la creazione della prima capsule di fashion luxory, con abiti che costano ben più di mille dollari. Tutti gli abiti delle suddette capsule sono chiaramente ricreati e ricalcati sui costumi già mostrati nella serie tv.
Se vogliamo vederla in termini più semplici, possiamo considerare che Netflix ha trovato la formula migliore per riciclare un brand dando nuova vita a un intero archivio. Halston ha quindi ridato nuova vita alla moda anni ’70/’80, così come La Regina Degli Scacchi ha fatto con quella anni ’60, o The Serpent con un altro spaccato dello stile del 1970. Gli effetti delle serie tv e dei loro prodotti sul pubblico sono stati resi evidenti anche da una serie come Emily In Paris, le cui ricerche per i prodotti comparsi nel telefilm sono cresciute a dismisura in meno di 48 ore dall’uscita del primo episodio. Che questo tipo di collaborazione porti definitivamente alla rinascita di Halston?