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Hanno Ucciso l’Uomo Ragno, Zerocalcare parla della serie: «Bellissima, rosico che non l’ho scritta io»

hanno ucciso l'uomo ragno
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Hanno ucciso l’uomo ragno è senza ombra di dubbio una delle serie più apprezzate delle ultime settimane. Nata per fare la differenza, la serie che ci racconta delle origini degli 883 ha sin da subito superato qualsiasi tipo di aspettativa. Ovviamente non tutto ciò che viene mostrato ha riportato fedelmente la realtà (qui vi parliamo, per esempio, del mistero dei licei “invertiti”), e anche gli stessi Max Pezzali e Mauro Repetto l’hanno giudicata positivamente.

Hanno ucciso l’uomo ragno ha conquistato il pubblico

Ad apprezzare particolarmente la serie è anche Michele Rech, in arte Zerocalcare, celebre fumettista. Questi ha definito la serie in questione “un piccolo capolavoro”. Stando a quanto riportato da Adnkronos queste sono state le sue parole riguardo Hanno ucciso l’uomo ragno: “Bellissima, brillante, scritta in modo fresco, intelligente e pienissima di idee visive e narrative. Posto che per me gli 883 sono la cosa migliore che sia capitata al mainstream italiano negli ultimi 30 anni, l’epica degli sfigati che crescono in posti sfigati prima mi ha fatto sentire meno solo, poi ha plasmato la mia visione del mondo e di conseguenza il mio lavoro”

Zerocalcare ha amato Hanno ucciso l’uomo ragno

Zerocalcare ha dunque affermato che, se non fossero esistiti gli 883, probabilmente non sarebbe “esistito” neanche lui come fumettista. Ha infatti continuato: “Io non farei sto mestiere se non ci fossero stati il punk e Max Pezzali. Per me la serie è bellissima. Come serialità italiana da quando non c’è più Mattia Torre pensavo che non saremmo mai più riusciti ad avere prodotti così”. Ha poi voluto elogiare ancora di più la sensibilità mostrata in Hanno ucciso l’uomo ragno, continuando: “Ha avuto l’intelligenza di declinare alcuni dei temi degli 883 con la sensibilità di adesso, che evidentemente e per fortuna è cambiata rispetto a 30 anni fa. Quindi hai tutta la potenza di quella poetica, integrata con almeno un po’ di quel punto di vista femminile che negli ultimi anni si è conquistato una voce forte e non subordinata”

Il celebre fumettista romano ha poi affermato di aver amato così tanto la serie, da “rosicare” per non averla scritta proprio lui: “Ho riso un sacco e mi sono commosso, rosico solo che non sono stato capace a scriverla io”

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