Vai al contenuto
Home » News

Hunters criticata dall’Auschwitz Memorial: «Onoriamo le vittime preservando la verità dei fatti»

Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

La nuova serie Hunters ha provocato forti critiche per le sue rappresentazioni non realistiche dell’Olocausto. Il dissenso maggiore proviene dall’Auschwitz Memorial.

La nuova serie è prodotta e distribuita da Amazon Prime, e racconta la storia di un gruppo di cacciatori di nazisti che ripercorrono le vicende del nazismo e dei campi di sterminio. Ma proprio su questo è sorta una polemica.

hunters

L’Auschwitz Memorial ritiene il contenuto inappropriato

Infatti, nella prima puntata viene presentato un campo di sterminio dalla forma di una scacchiera. Al suo interno, i prigionieri sono costretti a un gioco mortale dai propri aguzzini. Questa visione fantasiosa dei campi non è stata per nulla apprezzata dall’Auschwitz Memorial, che ha così commentato l’avvenimento:

Auschwitz era colmo di orribili dolori e sofferenza ben documentati dai racconti dei sopravvissuti. Inventare un finto gioco di scacchi con pedine umane per Hunters non è solo pericolosamente ridicolo e caricaturale, ma rischia anche di favorire i futuri negazionisti. Onoriamo le vittime preservando la verità dei fatti.

Lo stesso Aschwitz Memorial ci ha tenuto a precisare che viene offerto un servizio di consulenza per gli autori come giornalisti, scrittori e registi che vogliono trattare l’argomento. In questo caso nessuno li ha contattati.

La risposta del creatore della serie

Arriva quasi immediatamente la risposta di David Weil, creatore di Hunters, a queste aspre critiche. L’uomo ha infatti dichiarato di aver visitato proprio il campo di prigionia dove era stata rinchiusa la nonna per poter comprendere il dolore da lei vissuto.

Per portare rispetto alle vittime, Weil ha deciso di non inserire nella sua serie nessun prigioniero che riportasse un numero inferiore al 202.499, il numero massimo registrato ad Auschwitz. È stato anche preferito non inserire nessun evento drammatico realmente accaduto per non urtare la sensibilità degli spettatori, da qui l’idea della scacchiera.

David Weil ha fatto inoltre notare come la sua opera non sia di impostazione documentaristica, bensì un racconto di finzione ispirato a fatti tristemente accaduti e che hanno segnato la storia della civiltà umana. L’autore, però, ha comunque ringraziato l’Auschwitz Memorial per il loro lavoro di preservazione della memoria.

LEGGI ANCHE – Hunters: una serie molto tarantiniana senza la classe di Tarantino