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I Simpson e la storia dell’episodio riscritto 26 anni fa, tragicamente simile a un fatto realmente accaduto

i simpson
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Ogni volta che si parla de I Simpson, a un certo punto salta fuori sempre lo stesso tema: anticipano il futuro. Oggi, però, affronteremo un tema differente: vi racconteremo, infatti, la storia di una terribile coincidenza.

Lo scrivemmo in un articolo di qualche tempo fa, dedicato alle presunte capacità predittive de I Simpson: non anticipano il futuro, analizzano troppo bene il presente. E capita talvolta che si imbattano in drammatiche coincidenze. È successo 26 anni fa, nel 1998, quando gli autori de I Simpson furono costretti a riscrivere parte di un episodio, troppo vicino a un fatto realmente accaduto e sfociato in tragedia.

L’episodio in questione è il tredicesimo della nona stagione, intitolato The Joy of Sect (La gioia della setta, in italiano). Nel corso della puntata, I Simpson si imbattono in una particolarissima setta, i cosiddetti “movimentariani”, pericolosissimi e abili nel lavare il cervello al malcapitato Homer.

Il problema che si presentò, tuttavia, non fu di poco conto. I “movimentariani”, infatti, assomigliavano troppo, persino nella tipologia di vestiario, a una setta realmente esistita: l’Heaven’s Gate.

I membri erano convinti di dover abbandonare il proprio corpo umano per diventare degli alieni immortali. E lo credevano al punto da aver abbandonato sul serio il proprio corpo: nel 1997 furono ritrovati 39 corpi senza vita di membri appartenenti alla setta.

Troppo, per I Simpson. Gli autori, allora, decisero di modificare a fondo l’episodio, andato in onda per la prima volta l’8 febbraio del 1998, per dar vita a una parodia più generale su un gran numero di sette e ironizzare con la massima intelligenza su alcune religioni tradizionali.

Risultato? La bozza finale dell’episodio risultò essere molto più efficace della prima, e la puntata è ancora oggi molto ricordata dai fan. Niente male, per un’improvvisata dell’ultima ora: I Simpson della golden age, d’altronde, avevano una marcia in più. E lo dimostrano ancora oggi, dopo quasi trent’anni.