Ampiamente considerato come uno dei più grandi show televisivi di sempre, I Soprano seguiva James Gandolfini nei panni di Tony Soprano. Il personaggio lotta tra i disagi della sua vita personale e professionale e accetta con riluttanza di andare in terapia.
Oltre al grande Gandolfini, scomparso nel 2013, il cast de I Soprano comprendeva anche Van Zandt nel ruolo di Silvio Dante, consigliere di Tony, e Lorraine Bracco nel ruolo della dottoressa Melfi, psichiatra di Tony.
Durante una recente round table per la rivista Empire, Van Zandt e Chase hanno ricordato come Gandolfini abbia cercato di abbandonare I Soprano all’epoca
Secondo l’attore, Gandolfini “abbandonava lo show praticamente ogni giorno“, causa le lunghe ore e le “scene pesanti“. Il creatore de I Soprano, David Chase (che dopo 14 anni ha svelato il destino di Tony nel finale), ha anche ricordato una conversazione con Gandolfini in cui avrebbe voluto che fosse diventato un idraulico:
Van Zandt: “Abbandonava lo show praticamente ogni giorno. In tv si lavora dalle 6 del mattino alle 10 di sera. Lui veniva dai film, girava due pagine al giorno… ed eccoci qui, a farne cinque, sei o sette, quattro delle quali con lui e Lorraine nello studio del dottor Melfi. Scene pesanti. Quindi spesso diceva: “Non posso farlo. Non posso farlo”.
Chase: “Una volta mi è stato chiesto di incontrarlo al Pier 40 sul fiume Hudson. Nel bel mezzo della giornata, quando stava attraversando il suo periodo di “voglio smettere”. E quel giorno mi disse: “Sai cosa avrei dovuto fare? Avrei dovuto fare l’idraulico. Ecco cosa avrei dovuto fare. L’idraulico”. Ho avuto diverse conversazioni di questo tipo con lui”.
Come ha detto Van Zandt, i lunghi orari sono stati uno dei motivi per cui interpretare il protagonista de I Soprano è stato difficile per Gandolfini.
Prima della serie HBO, ha recitato soprattutto in film come True Romance, Crimson Tide, Get Shorty e A Civil Action. A differenza dei film, che in genere girano da due a otto pagine al giorno, I Soprano (disponibile sulla piattaforma NOW) ne ha girate fino a sette, comprese le scene di terapia emotivamente intense di Tony con la dottoressa Melfi.
Un’altra ragione per cui interpretare Tony ne I Soprano è stato difficile per Gandolfini, come ha sottolineato anche Van Zandt, è stata l’intensità emotiva del ruolo. Tony era un personaggio profondamente complesso. Da boss della mafia, marito, padre e individuo alle prese con problemi di salute mentale.
Interpretare un personaggio così sfaccettato ne I Soprano ha richiesto a Gandolfini di scavare nelle profondità più oscure della psiche umana per molte ore al giorno
Nel corso della serie, la star si è calata sempre di più nel ruolo di Tony Soprano, che sembra avergli fatto perdere il controllo fisico.
Sebbene il passaggio alla televisione sia stato difficile per Gandolfini, la sua interpretazione è considerata come una delle più grandi e influenti nella storia della televisione. L’interpretazione gli è valsa sei nomination agli Emmy e tre vittorie, ed è accreditata per aver aperto la strada ad altri grandi antieroi televisivi. Anche se il desiderio di Gandolfini di abbandonare I Soprano sia comprensibile, fortunatamente non l’ha fatto. Sarebbe stata privata di una delle sue più grandi e importanti interpretazioni. E anche di alcune delle scene più iconiche della storia della televisione, come quella di cui vi abbiamo parlato qui.