La notizia, per il momento ancora ufficiosa, è trapelata dalle dichiarazioni finalmente sollevate di Hilarie Burton, coniuge di Jeffrey Dean Morgan:
“Abbiamo passato mesi cupi. L’ansia della calma, che poteva precedere un raptus di concitata follia, si era ormai impossessata di casa nostra. Jeffrey diventava ogni giorno più ingestibile, e a pagarne le conseguenze era la sua famiglia. La nostra famiglia ha sofferto in silenzio, quel silenzio nel quale saremmo potuti rimanere per sempre, se non fosse cambiato qualcosa.”
Alla domanda su quanto crede abbia influito sul suo disturbo il ruolo avuto nella serie di punta della AMC, “The Walking Dead”, risponde con amaro sarcasmo:
“Sicuramente molto più di quanto Grey’s Anatomy abbia influito sulle sue conoscenze mediche.”
Del disturbo a cui si fa riferimento è stata la stessa donna a oscurare ogni episodio rivelatore, allo scopo di tenere al sicuro la carriera di suo marito.
A quanto pare, da circa tre mesi, Jeffrey Dean Morgan soffrirebbe di un particolare disturbo psichico chiamato “disturbo del controllo degli impulsi“, che consisterebbe nella tentazione di compiere azioni violente e deleterie per sé e per le persone vicine. Nel suo caso specifico, da quanto ci viene raccontato da Hilarie, la star di “The Walking Dead” era pervasa dall’impellente bisogno di distruggere oggetti in casa con la sua mazza da baseball.
La moglie, che ha avuto la forza di intercedere tra i medici e suo marito, serafica e distesa come chi è rinato attraverso la fede, spiega l’origine della svolta:
“Ad oggi sono convinta che la risposta risieda sempre in noi, di qualunque natura sia il problema, e la nostra storia ne è un esempio. Jeffrey aveva appena fatto a pezzi una costosa bottiglia di Abraham Bownam (una nota marca di whiskey, ndr) invecchiato 18 anni, e strepitava in maniera compulsiva. Quando ho provato ad andargli incontro, i suoi occhi iniettati di sangue mi hanno fatto desistere, e la paura che lui avvertiva non faceva che renderlo più nervoso. Mi disse: “Cos’è, vuoi negarmi anche questo?! Ciò che mi spetta di diritto?! Sai in cosa vorrei essere bravo quanto te? A rompere le pal*e!”
La soluzione l’aveva fornita lui a sé stesso, il mio scopo era soltanto quello di farglielo notare: Jeffrey avrebbe dovuto sublimare il suo disturbo, e per farlo avrebbe dovuto ‘colpire’ palle. Palle da baseball. Non esitai a contattare René Saggiadi, osservatore dei Boston Red Sox.”
A beneficio degli sponsor, e grazie a una discreta esperienza pregressa di Jeffrey nella squadra di baseball del college, la proposta è stata accettata, e in mattinata è giunta l’intervista chiarificatrice della donna, la quale chiude con un gaudente e gioioso sorriso: