La Casa de Papel ha lasciato tutti i fan di stucco con la fine della prima parte della quinta stagione, conclusa con la morte di Tokyo, che si immola per consentire ai compagni di scampare all’assalto dei militari. Eppure, con questa serie, potrebbe non essere mai detta l’ultima parola: Netflix ha pubblicato un enigmatico video promozionale dell’ultima parte della serie che potrebbe rimettere in discussione tutto. Intanto qui potete leggere la nostra recensione della prima parte dell’ultima stagione e qui dieci motivi per amare Berlino (morto ma mai dimenticato e mai scomparso dalla serie: qui trovate dieci citazioni del personaggio da sfoggiare per fare bella figura).
Nel video, che potete vedere sull’account ufficiale di Netflix Italia su Instagram (qui sotto linkato nella sua prima versione da YouTube), vediamo un artigiano intendo a riparare una maschera di Dalì, quelle usate dai ladri fin dalla prima stagione come segno distintivo, usando la tecnica del Kintsugi. Si tratta di una tecnica di riparazione artigianale di origine giapponese che unisce artigianato, arte e filosofia orientale: le riparazioni vengono infatti effettuate con l’oro, che diventa parte integrante dell’opera che si viene a creare, segnalando come le rotture che può subire un oggetto lo rendono più bello e prezioso di uno integro.
Ecco il video che annuncia l’ultima parte de La Casa de Papel:
Nel video la voce di Tokyo sembra consolare i compagni (e un po’ anche i fan de La Casa de Papel, rimasti orfani della protagonista nonché voce narrante), ricordando come il sacrificio suo e degli altri che l’hanno preceduta (Oslo, Mosca, Berlino e Nairobi) sia servito a consentire loro di andare fino in fondo al piano. Ma il video si conclude con una frase enigmatica e insieme inquietante:
“Finché morte non ci unisca”.
Potrebbe forse significare che il destino dei personaggi de La Casa de Papel è già scritto, ed è quello di morire tutti? Oppure dietro al simbolismo della maschera di Dalì riparata con la tecnica del Kintsugi c’è qualcos’altro? Forse Tokyo non è davvero morta (si tratterebbe di una scelta simbolica azzeccata, visto che quella granata avrebbe dovuto ridurla proprio in mille pezzi)?
D’altronde, tra granate afferrate per aria e lanciate indietro centrando perfettamente un buco nel muro, militari vestiti in mimetica per confondersi nella giungla di una banca, parti podalici portati a termine con successo senza rispettare le basilari norme igieniche e di buonsenso, la non-morte di Tokyo non sarebbe la cosa più assurda che questa quinta parte de La Casa de Papel ci ha propinato.
Un po’ di speranza per il futuro dei personaggi potrebbe venire da questa frase:
“Ci faranno a pezzi in mille pezzi, ma la Resistencia tornerà sempre come una sola”