Love Death & Robots, la nuova serie antologica animata prodotta da Netflix, è uscita da appena un paio di settimane ma c’è già chi grida al capolavoro.
La brevità dei 18 episodi, che possono variare da un minimo di 6 minuti a un massimo di 17, si presta benissimo per il binge watching e i molteplici stili d’animazione usati la rendono brillante e innovativa.
Love Death & Robots è una produzione imponente che vede coinvolti 20 registi e 11 differenti paesi, per altrettanti studi di animazione, che hanno collaborato al progetto.
A coordinarli è il creatore Tim Miller, regista del primo Deadpool e del prossimo Terminator, e i produttori Joshua Donen, David Fincher (Fight Club, Il curioso caso di Benjamin Button) e Jennifer Miller.
L’utilizzo della computer grafica per episodi come Sonnie’s Edge, Secret War o Beyond the Aquila Rift, ricordano moltissimo i filmati che si possono trovare all’interno di molti videogiochi attuali. Questa analogia tra il mondo videoludico e Love Death & Robots è stata volutamente creata da Miller, anche lui coinvolto nel settore, che ha dichiarato durante un’intervista per SyFy:
Volevamo ricreare quell’atmosfera, visto che quello è il nostro mondo. Siamo molti, al momento Blur [casa di produzione e animazione principale di proprietà di Miller] conta 120 artisti. C’è competizione ma siamo una grande famiglia, ci stimoliamo a vicenda […]
Molti di questi artisti sono lì perché non vogliono lavorare alla Disney o al tradizionale tipo di animazione, all’ennesimo animale parlante. Ma amano ancora il loro lavoro. Sembrava la soluzione perfetta per noi.
E Netflix è super aperto a tutto ciò. Sono così disposti a provare cose nuove, mentre per gli studi tradizionali è un grosso rischio farlo. Perché potrebbe non funzionare. Potrebbe farli sembrare cattivi. Potrebbe costare un sacco di soldi. Netflix dice semplicemente: “Non sappiamo se questo funzionerà , ma ci piace. Proviamolo” . Un’atmosfera completamente diversa.
Potete leggere l’intervista completa qui.