Love Story, il classico del cinema romantico uscito nel 1970, diventerà una serie tv: Paramount, la casa produttrice del film originale, ha ordinato la produzione di una serie tv, che sarà creata dagli autori di Gossip Girl e The O.C. Josh Schwartz e Stephanie Savage. Love Story è solo l’ultima di una (troppo?) lunga lista di classici vintage che vengono riadattati per il piccolo schermo: qui vi abbiamo raccontato del progetto di trasformare Flashdance in una serie tv e in questo articolo dell’adattamento seriale del classico del cinema italiano Le fate ignoranti. Dalle prime informazioni trapelate circa l’adattamento seriale di Love Story, la serie avrà un’ambientazione moderna: la scelta di trasferire nel presente i drammi e le storie di un’altra epoca è la scelta che è stata fatta anche nell’adattamento in serie dei romanzi di Jane Austen, di cui vi abbiamo parlato qui.
Sicuramente un adattamento che tenga conto degli innumerevoli cambiamenti sociali e culturali che sono intercorsi nella società dal 1970 ad oggi è doveroso. Oggi sarebbe difficilmente realizzabile una serie tv su una storia d’amore così legata, per stereotipi e svolgimento, a tutta un’atra sensibilità . Nel film originale Oliver e Jennifer (Ryan O’Neal e Ali MacGraw) si innamorano e decidono di stare insieme e sposarsi nonostante le rispettive famiglie siano contrarie. In Love Story, oltre alla storia d’amore è centrale il tema delle differenze sociali che i due devono appianare per poter stare insieme.
Le scelte che i due protagonisti sono portati a fare, nel film degli anni Settanta, sarebbero a dir poco improponibili ai giorni nostri: per poter stare con Oliver, Jennifer deve lasciare gli studi e successivamente smetterà di lavorare, quando lui sarà assunto da uno studio legale e potrà mantenerla. Oliver è costretto a interrompere i rapporti con la propria famiglia d’origine: entrambi rinunciano a qualcosa per poter stare insieme. Una serie tv su Love Story che non si distaccasse minimamente da queste premesse narrative difficilmente incontrerebbe i gusti del pubblico.
Al giorno d’oggi difficilmente le famiglie si intromettono nelle scelte sentimentali dei figli fino al punto di lasciarli quasi nella miseria e, nonostante l’occupazione femminile non sia ancora ai livelli di quella maschile, è piuttosto impensabile che una donna smetta di lavorare per farsi mantenere o che rinunci ai suoi progetti di studio per il matrimonio. Se Love Story vuole centrare il punto, dovrà concentrarsi su quelli che sono oggi i conflitti sociali e di classe, come quelli razziali, esplosi negli ultimi anni grazie alle proteste del movimento Black Lives Matter, e proporre una protagonista femminile più emancipata, che possa trasmettere un messaggio più in linea con la sensibilità attuale e i cambiamenti intercorsi nella società .
Love Story, che all’epoca riuscì a ottenere ben 7 candidature all’Oscar, ebbe anche un seguito, Oliver’s Story. Il film, che non ebbe neanche lontanamente il successo del primo capitolo, mostra la vita di Oliver dopo la morte dell’amata Jennifer, scomparsa prematuramente a causa di una leucemia fulminante. Anche nel seguito sono centrali le dinamiche sociali, seppure all’acqua di rose, complice anche il periodo storico: nel 1978, anno di uscita del sequel, le proteste operaie e il dibattito nel mondo del lavoro erano all’ordine del giorno.
Love Story è entrato nella storia soprattutto per la sua colonna sonora, che valse l’Oscar a Francis Lai, e per la celeberrima citazione
Amare significa non dover mai dire “mi dispiace”.
Una citazione che, come molti altri aspetti di questo film, avrebbe bisogno di una svecchiata o quantomeno un aggiornamento al 21esimo secolo.
Al momento l’adattamento seriale di Love Story è ancora in fase di pre-produzione e non si conoscono molti dettagli: da quanto rivelato da Paramount, il casting sarebbe ancora in corso e le riprese dovrebbero cominciare in estate. Cosa ne pensate dell’adattamento seriale del classico romantico Love Story?