La dichiarazione di Piefrancesco Favino nel corso della Mostra del Cinema di Venezia ha fatto molto discutere, tanto che anche Mads Mikkelsen ha voluto dire la sua a tal proposito. Favino si è infatti detto scontento della scelta di affidare a un attore americano (Adam Driver) l’interpretazione di un personaggio italiano, ossia Enzo Ferrari. Queste le sue parole a tal proposito: “C’è un tema di appropriazione culturale. Non si capisce perché non io ma attori di questo livello – dice rivolto ai colleghi nel film Toni Servillo, Adriano Giannini, Valerio Mastandrea – non sono coinvolti in questo genere di film che invece affidano ad attori stranieri lontani dai protagonisti reali delle storie, a cominciare dall’accento esotico. Se un cubano non può fare un messicano perché un americano può fare un italiano? Solo da noi. Ferrari, in altre epoche, lo avrebbe fatto Gassman: oggi, invece, lo fa Driver e nessuno dice nulla. Mi sembra un atteggiamento di disprezzo nei confronti del sistema italiano: se le leggi comuni sono queste allora partecipiamo anche noi”
Mads Mikkelsen ha dato ragione a Pierfrancesco Favino
L’attore, presente alla Mostra del Cinema di Venezia grazie al film diretto da Nikolaj Arcel Bastarden, di cui è protagonista, si è detto d’accordo con quanto affermato dal collega italiano. Mikkelsen ha infatti affermato: “Favino ha ragione, gli americani hanno avuto molto più spazio nei film italiani che non il contrario. Anche se Favino è apparso diverse volte in film americani, non possiamo assolutamente fare un paragone. E poi nel film su Gucci, per amor di Dio, gli attori sono bravi, ma non sono italiani. A parte il fatto che è meglio stendere un velo pietoso sul film, non è certamente il modo migliore per dipingere una famiglia“. L’attore ha poi espresso la propria opinione sull’importantissimo tema del doppiaggio, sostenendo che non dovrebbe più essere svolto né in Italia né in altre nazioni: “Farei una premessa: se in Francia, in Germania, in Italia e in Spagna smettessero di doppiare i film in tutte le lingue, questo potrebbe essere un elemento importante per affrontare il problema. Ma finché continuano col doppiaggio, a chi interessa quale sia la lingua, la cultura, d’origine? Non ho mai capito perché fate questa cosa, per me folle. Abbiamo visto Tom Cruise interpretare un ufficiale nazista con un leggero accento tedesco e poi diventare americano in piena regola da lì in poi. Puoi farlo in questo tipo di film, in altri invece li rende meno credibili”