Gomorra tornerà con la sua quinta ed ultima stagione su Sky e NOW a partire da domani, 19 novembre. Noi abbiamo avuto il piacere di prendere parte all’anteprima (della quale vi lasciamo alcune importanti anticipazioni proprio qui) e di vedere i primi due episodi di prossima uscita (dei quali potete trovare la recensione cliccando qui). Il grande successo italiano nato dalla penna di Roberto Saviano (e che ha generato anche alcune parodie, come quella dei The Jackal) ha avuto un successo mondiale, e ci ha permesso di conoscere grandi interpreti come Salvatore Esposito (Gennaro Savastano), Fortunato Cerlino (Pietro Savastano) e Marco D’Amore (Ciro Di Marzio).
E proprio Marco D’Amore, storico interprete di Ciro Di Marzio in Gomorra, ha espresso sui social la sua rabbia e il suo disappunto per delle sue parole che durante l’anteprima della serie tv sarebbero state fraintese.
Qual è stato, però, l’incidente scatenante di tutta la vicenda? Lo possiamo capire dal post pubblicato dallo stesso Marco D’Amore sulla sua pagina Facebook. Un paio di giorni fa l’attore ha infatti postato una foto di un articolo relativo, per l’appunto, all’ultima stagione di Gomorra, in cui si parlava anche del tipo di rappresentazione che viene fatta di figure criminali all’interno della storia della serie tv. L’interprete di Ciro Di Marzio ha detto la sua, ma nell’articolo appare evidente che alcune sue parole siano come state estrapolate da un contesto più ampio. L’attore si è quindi sentito sotto attacco, e ha colto l’occasione del post per rimettere bene in chiaro il suo pensiero.
“È bello svegliarsi il giorno dopo la prima mondiale di #Gomorra5 e trovarsi sotto attacco. Perché? Semplice. Perché non esiste più capacità e voglia di approfondire, di conoscere di indagare. Uno stralcio di intervista estrapolato da un discorso ampio sul tema emulazione diviene la mia personale dichiarazione di odio nei confronti dei videogiochi… rei di essere il male dei CCIOVANI!” ha scritto nel suo post Marco D’Amore, che ha poi continuato: “Ovviamente ho detto esattamente il contrario… ma si sa al giorno d’oggi un titolo e due righe sono sufficienti per far calare l’inesorabile mannaia del giudizio! Io ho asserito (come faccio da anni!) che ogni tipo di esperienza narrativa contribuisce solo ad esorcizzare certi atti efferati e a prenderne le distanze! E per narrazione intendo quella televisiva, cinematografica oltre che quella scritta ed ovviamente quella virtuale! Tra l’altro l’esperienza virtuale comprende anche l’atto del gioco che è il primo strumento che abbiamo sin da bambini per codificare la realtà“.
Un duro attacco dell’attore, dunque, verso una stampa che non è stata in grado di dare una giusta linea al messaggio che voleva far passare. D’Amore conclude dicendo: “Voglio dire a chi usa lo strumento della comunicazione per dire senza sapere, per giudicare senza approfondire e per accusare senza studiare che io sono grato alla mia età che mi ha insegnato esattamente il contrario“.