Mark Ruffalo è uno dei protagonisti della nuova serie tv originale Netflix, Tutta la luce che non vediamo.
Il progetto più interessante in cui apparirà nei prossimi mesi però è Poor Things, il nuovo magnetico film del regista Yorgos Lanthimos. Sebbene al tempo avesse già regalato al pubblico una grande performance in Shutter Island, la sua carriera è davvero decollata grazie al personaggio di Hulk. Invece di accontentarsi della fama e dei guadagni ottenuti grazie ai blockbuster della Marvel, Mark Ruffalo ha continuato a mettersi alla prova con ruoli e personaggi diversi. E le ricompense per i suoi sforzi sono presto arrivate: negli ultimi anni ha ottenuto 3 nomination agli Oscar e ha vinto 2 Primetime Emmy Awards. In questo modo è riuscito a costruire una delle carriere più interessanti di Hollywood, spaziando tra grandi action e film indipendenti. Come spesso accade, però ha dovuto sgomitare molto prima di riuscire a costruirsi un nome nell’industria cinematografica. C’è stato un momento, infatti, in cui non era facile per lui riuscire a trovare dei ruoli interessanti e stimolanti da interpretare.
In una recente intervista ha parlato di come gli Studios lo snobbassero all’inizio della sua carriera, citando un evento accaduto dopo aver fatto l’audizione per Zodiac.
In pochi ricorderanno che l’attore nel 2007 è apparso nel thriller di David Fincher, interpretando l’ispettore Dave Toschi che ha seguito il caso del killer dello Zodiaco. Proprio mentre stava conducendo le contrattazioni per questo ruolo, ha compreso quanto poco gli Studios fossero interessati a lui. In una recente intervista ha ricordato le difficoltà che ha affrontato all’inizio della sua carriera e cosa lo abbia spinto ad accettare il ruolo di Hulk. Ecco cosa ha detto ai giornalisti di High Snobiety:
“Gli Studios non mi cercavano. Non mi dimenticherò mai quando ero in trattative per il mio ruolo in Zodiac. Il responsabile della negoziazione per conto dello studio ha detto al mio manager: ‘Senti, non ci importa un c***o di Mark Ruffalo. Non lo vogliamo nemmeno in questo film, perciò questa offerta è prendere o lasciare.’ Per questo motivo il fatto che Joss Whedon sia venuto da me, proponendomi il personaggio di Hulk, è stato completamente inaspettato. Era un ruolo difficile, un personaggio che non vuole fare ciò che tutti si aspettano da lui. Come interpretarlo in maniera credibile? È quasi un trabocchetto. Quando ho letto la sceneggiatura ho pensato: ‘Potrebbe fare al caso mio’.“
Se c’è una cosa che questa lunga gavetta gli ha insegnato, è stato che si sarebbe rivelato controproducente fossilizzarsi su un solo tipo di personaggio. Per questo motivo, come ha spiegato, ha deciso di impegnarsi in tanti progetti diversi nella speranza di riuscire a costruire una carriera molto solida:
“Nel mondo del cinema, se sai fare bene una cosa, ti assoceranno soltanto a quella. Verranno da te con lo stesso personaggio ancora, e ancora e ancora. E per me è stato importante dire ‘no’. La mia carriera non andrà così. Farò il possibile affinché il pubblico mi veda in ruoli differenti, così da poter fare molte cose diverse nel corso degli anni.“