Nel 2019, il leggendario regista Martin Scorsese ha affermato che i film Marvel “non sono cinema”, scatenando una tempesta di fuoco tra i fedeli del grande schermo. Il regista ha sicuramente risollevato un polverone su una questione che va avanti da anni: Scorsese è particolarmente irascibile, o una voce solitaria disposta ad alzarsi e dire quello che tutti pensano?
Il celebre regista è tornato a parlare dello stato del cinema degli ultimi anni
“Gli studios non sono più interessati a sostenere voci individuali che esprimono i loro sentimenti personali o i loro pensieri personali con un grande budget”. Il pericolo è quello che sta facendo alla nostra cultura. Perché ora ci saranno generazioni che pensano che i film siano solo quelli.
Lo pensano già. Il che significa che dobbiamo reagire in modo più forte. E deve partire dalla base. Deve venire dai registi stessi. Ad esempio ci sono i fratelli Safdie e Christopher Nolan, capite cosa intendo? Dobbiamo convincere le nuove generazioni attaccando da tutti i lati e non mollare. Reinventate. Perché dobbiamo salvare il cinema… e penso che i contenuti industriali non siano veramente cinema”.
“Contenuto” è una parola vaga che, applicata all’intrattenimento, è arrivata a incarnare il modo in cui i grandi studios sono arrivati a considerare i film, i programmi televisivi, i video di YouTube, persino i libri, non come singoli pezzi d’arte che dovrebbero stare in piedi da soli, ma come parte di un continuum che esiste per tenere le persone impegnate e farle pagare, piuttosto che per edificarle o arricchirle.
Il regista ha continuato dicendo: “Sono contenuti fabbricati. È quasi come se l’AI facesse un film. E questo non significa che non ci siano registi incredibili ed esperti di effetti speciali che realizzano opere d’arte bellissime. Ma cosa significa? Che cosa ci danno questi film? A parte una sorta di consumazione di qualcosa e poi l’eliminazione dalla vostra mente, dal vostro corpo, capite? Quindi cosa ti dà?”.
Martin Scorsese non è certo l’unico a sentirsi scosso dalla parola “contenuto”. Quando gli organi di stampa hanno riferito dell’imminente fine dello sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, alcuni canali come Variety hanno descritto l’industria dell’intrattenimento come “l’industria dei contenuti”, e alcuni non hanno preso bene questa espressione.
Che cosa ne pensate?
È giusto pensare che il cinema stia diventando un grande pentolone di “contenuti” che vengono visti e dimenticati dal pubblico? Oppure è una paura, quella di Martin Scorsese, semplicemente infondata?