Mary Poppins è uno dei classici Disney più amati in assoluto dal pubblico. Uscito nel 1964, il film era tratto dall’omonimo romanzo di P. L. Travers e vedeva come protagonista la giovane e talentuosa attrice Julie Andrews.
Al centro di una storia, che è divenuta immortale, c’era una tata molto particolare, che comincia a lavorare a casa Banks ed occuparsi dei figli della coppia. La donna iniziava a far vivere a Jane e Michael tante mirabolanti e divertenti avventure, portando il buon umore in casa e riuscendo anche a guarire il cuore indurito di Mr. Banks. Considerato uno dei più grandi successi della Disney, Mary Poppins al tempo della sua uscita ottenne incassi da record e guadagnò 100 milioni di dollari al botteghino.
Non ha ripetuto i medesimi risultati il sottovalutato film sequel con Emily Blunt (ecco le sue 5 migliori interpretazioni) e Lin-Manuel Miranda, che è uscito nel 2018. La storia di questa tata perfetta sotto ogni aspetto non smette di fare sognare grandi e piccini, ma a quanto pare scatena anche diverse discussioni. Si tratta di un caso simile ai molti film Disney che rivisti oggi hanno un risvolto tremendamente dark.
A quasi 60 anni dalla sua uscita, nel Regno Unito la British Board of Film Classification ha stabilito che Mary Poppins non è adatto ai bambini non accompagnati. Il motivo? Il film della Disney conterrebbe un linguaggio razzista e discriminatorio.
A riportare la decisione della BBFC, che è destinata a far discutere, è stato il Daily Mail. Dopo un’attenta analisi l’organizzazione ha modificato la valutazione di Mary Poppins. Non presenta più il rating U (che indica l’assenza di materiale che potrebbe offendere o danneggiare qualcuno). Gli ha assegnato ora una valutazione che consiglia la presenza dei genitori durante la visione a causa dell’utilizzo di un linguaggio discriminatorio.
A spingere i membri della British Board of Film Classification a prendere questo provvedimento è stata la presenza della parola Ottentotti. Nel film l’Ammiraglio Boom rivolge agli spazzacamini questo appellativo in virtù del fatto che il loro viso è annerito di fuliggine. Si tratta di un nome adottato per i Khoikhoi e usato dai coloni olandesi, pensato per imitare la loro lingua considerata offensiva. Successivamente sarebbe stato utilizzato per riferirsi a tutti i neri. Ecco come la BBFC ha spiegato la sua decisione in merito alla questione relativa a Mary Poppins:
“Dalla nostra ricerca sul razzismo e sulla discriminazione comprendiamo che una preoccupazione fondamentale per i genitori riguarda l’eventualità di esporre i bambini ad un linguaggio o ad un comportamento discriminatorio. Potrebbero trovarlo angosciante o decidere di emularlo, senza rendersi conto del potenziale reato che starebbero commettendo. I contenuti che è possibile condannare in modo immediato e chiaro hanno una maggiore probabilità di ricevere una valutazione inferiore. I contenuti con una condanna immediata e chiara hanno maggiori probabilità di ricevere una valutazione inferiore.“
Non si tratta del primo caso di un film Disney del secolo scorso ad essere ritenuto troppo offensivo per il pubblico attuale. Nel live action di Biancaneve, che arriverà prossimamente nelle sale cinematografiche, sono stati introdotti diversi cambiamenti al personaggio. E voi cosa ne pensate?