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Gli attori della Melevisione si raccontano dopo anni: «Oggi solo 40enni cinici»

Melevisione
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La Melevisione è stata un vero e proprio caposaldo per i bambini cresciuti negli anni Duemila e sta tornando su Rai Yoyo, per fare compagnia ai bambini di oggi. Per tornare un po’ bambini, vi proponiamo le nostre cronache di un pomeriggio qualsiasi in compagnia della Melevisione. Il programma è andato in onda dal 1999 al 2015 e ha avuto un tale successo da generare persino leggende metropolitane: come quella che vorrebbe Tonio Cartonio morto di overdose (lui stesso ha smentito).

Su Vice Italia i protagonisti della Melevisione si sono lasciati andare a qualche chiacchiera e un po’ di sano amarcord, svelando alcuni retroscena di un programma forse buonista, ma che ha cresciuto un’intera generazione a colpi di canzoni, educazione civica e buoni sentimenti.

Venceslao Cembalo, ex autore del programma, rivendica con orgoglio il buonismo:

“A chi dice che la Melevisione era buonista rispondo che ha ragione, se intendiamo il buonismo come un approccio etico alla realtà. Ora c’è spazio solo per una televisione tarata sull’umorismo di quarantenni cinici”.

La Melevisione ha avuto il pregio di introdurre, a misura di bambino, argomenti spinosi e difficili come la morte ma anche l’abuso sessuale. L’autore del programma Bruno Tognolini:

“Ho sempre detto che ai bambini si può raccontare quasi tutto. Tutto, tranne la disperazione. Le fiabe hanno il compito di prospettare ai bambini la possibilità di destini terribili sotto la maschera della narrazione”.

Paola D’Arienzo, Fata Lina, parla dell’attenzione degli autori affinché il linguaggio fosse corretto:

“Nella puntata “Il Segreto di Fata Lina” si diceva che avesse ricevuto delle “attenzioni sbagliate”: quell’espressione era stata studiata dagli autori con l’aiuto di psicoterapeuti, per dare delle chiavi di comprensione e risoluzione ai bambini”.

Quali sono i personaggi preferiti della Melevisione, detti da chi ci ha lavorato per anni? Bruno Tognolini ha una predilezione per Tonio e Milo, Venceslao Cembalo adora Tonio, Guido Ruffa, senza modestia dice di amare il suo personaggio, Lupo Lucio, seguito a ruota da Paola D’Arienzo.

Guido Ruffa ricorda con nostalgia il periodo passato alla Melevisione:

“Di quel periodo ricordo che provavo gioia nell’andare a lavoro, perché trovavo tanti colleghi, cioè amici”.

Paola D’Arienzo ricorda le molte risate fatte sul set:

“Ci sono tante cose che ricordo con piacere: molti degli errori e strafalcioni, anche un po’ di crist*ni che tiravamo durante il girato. Spesso avevamo dei copioni esilaranti, come quella volta che Milo e Giglio a causa di un incantesimo non potevano dire le vocali… ti lascio immaginare quante volte si fermassero per ridere”.

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