Millie Bobby Brown non è una boomer di mezza età. Ma ogni tanto le piace esserlo, grazie a un profilo falso.
L’attrice, protagonista in questi giorni su Netflix col film Damsel, è intervenuta al podcast Table Manners di Jessie e Lennie Ware e ha svelato un curioso retroscena sulla sua vita. Stando a quanto dichiarato da lei, è solita utilizzare un profilo falso per recensire negativamente alberghi, ristoranti e negozi. Millie Bobby Brown è, in sostanza, una sorta di “avenger”, ma in questo caso sarebbe bene immaginarla come una donna di mezza età: è lei stessa farlo, con la parola “Karen”.
Ma perché lo fa? Per “denunciare” gli episodi che la infastidiscono. Una volta, per esempio, si è ritrovata in una situazione in cui un’anziana signora alla ricerca di un paio di calzini non sarebbe stata assistita al meglio in negozio. Ma non lo fa solo per quello.
“Ho un nome falso perché penso che sia importante”, dice Millie Bobby Brown. “Il punto è questo: per tutta la vita le persone mi hanno criticato. Quindi, ogni tanto, le restituisco così”.
Poi si arriva alla definizione, molto in voga negli Stati Uniti: “Ok, sono una Karen. Ma ascolta – precisa Millie Bobby Brown – penso sia importante sapere dove hai sbagliato. C’è sempre tempo per migliorare”.
Ma cosa significa “essere una Karen”?
“Karen”, negli Stati Uniti, è un termine gergale utilizzato per indicare lo stereotipo della donna bianca di mezz’età (possibilmente bionda coi capelli corti) che si sente sempre in diritto di lamentarsi. È ignorante e fiera di esserlo, tendenzialmente razzista e incapace di comprendere perché non sia il mondo ad adattarsi ai suoi standard e non viceversa.
Insomma, Millie Bobby Brown, prossima al matrimonio e attualmente impegnata con le riprese della quinta e ultima stagione di Stranger Things (ma il termine non è ancora vicino), è una “vendicatrice” decisamente sui generis. Occhio, quindi, a quello che fate all’interno di negozi, ristoranti o alberghi: lei potrebbe essere in agguato.